Milano - Combattivo e deciso. Silvio Berlusconi non fa un passo indietro, ma ne fa due in avanti. "Andremo avanti a governare, con la fiducia che ci verrà data al Senato e credo anche alla Camera". Lo dice intervenendo telefonicamente alla manifestazione Pdl al Teatro Nuovo, in piazza San Babila a Milano. Poi aggiunge che "se la fiducia non ci verrà data, andremo a votare. Se ci dovesse essere una fiducia che non c’è alla Camera, benissimo, si andrà a votare per la Camera stessa. Vedremo cosa diranno gli italiani".
La tv pubblica "È una cosa indegna avere una tv pubblica di questo tipo": così Berlusconi ha concluso il suo intervento telefonico a una manifestazione del Pdl a Milano. "La maggioranza degli italiani è con noi - ha detto il premier - e non si lascia turlupinare dai programmi tv offensivi che paghiamo tutti noi. È una cosa indegna avere una tv pubblica di questo tipo".
I giornali "Non leggete i giornali. Fanno la pubblicità a una politica tutta partitocratica che ragiona e sragiona come se gli elettori non esistessero. E invece gli elettori esistono e sono ancora per il 70% con Silvio Berlusconi" ha detto il presidente del Consiglio assicurando che il governo "va avanti" perché "nel nostro Paese deve valere la democrazia e non la partitocrazia", visto che "gli italiani ci hanno dato la responsabilità di governare". E "a quelli della sinistra che dicono tanto che il governo è finito - ha aggiunto il premier - ma perché non andiamo tutti a votare? Sanno bene che andando a votare, perderebbero un’altra volta". Berlusconi ha invitato simpatizzanti e militanti alla fiducia: "State sereni, andiamo avanti, la maggioranza degli italiani è con noi".
No al ribaltone Dice no a ipotesi di ribaltone Berlusconi nel suo intervento telefonico. Ciò di cui parla è il fatto che "ci sono professionisti della politica ormai vicini all’età in cui grandi leader come Bush e Blair scrivono le loro memorie che possono aspirare alla presidenza del Consiglio o della Camera solo attraverso decisioni di palazzo quindi agendo come se la gente non esistesse. Ma questa non è democrazia, è solo partitocrazia. Quindi - ha aggiunto il presidente del Consiglio - siccome noi siamo democratici e nel nostro Paese deve valere la democrazia, cioè quello che decide la gente, noi non crediamo che questi problemi possano andare avanti". Quello che succederà è che "andremo avanti a governare - ha aggiunto - con la fiducia che sono sicuro otterremo al Senato e credo alla Camera". Se però alla Camera il governo non otterrà l’ok "benissimo - ha aggiunto - si andrà a a votare per la Camera stessa e vedremo cosa decidono gli italiani".
Bossi e il gioco al ribasso "Secondo me Berlusconi vuole andare al voto, perciò gioca al ribasso. Io giocherei invece al rialzo": lo ha detto Umberto Bossi, conversando con i giornalisti a Sant’Omobono Terme a margine di una manifestazione pubblica. E sulla possibilità che Fli accetti un Berlusconi bis: "A me Fini ha detto che non gli dà fastidio vedere Berlusconi fare il presidente del Consiglio, io sto alle sue parole".
La replica di Bocchino "L’ipotesi del solo scioglimento della Camera in caso di sfiducia è un escamotage che ha il solo obiettivo di tranquillizzare quei senatori pronti a sostenere un percorso di responsabilità che eviti al Paese l’ennesima campagna elettorale". Così il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino commenta le parole di Berlusconi e ribadisce che sarebbe opportuno che il governo si dimettesse. "Se la risposta di Berlusconi a una crisi di governo ormai conclamata - aggiunge Bocchino - è questa c’è da preoccuparsi seriamente per le istituzioni e per la soluzione dei problemi degli italiani. Restiamo convinti che sarebbe opportuna una scelta nell’interesse dell’Italia, con le dimissioni del governo e l’avvio di un percorso virtuoso che richiami tutte le forze politiche alla responsabilità verso i cittadini".
L'appello di La Russa a Fli "Nei prossimi giorni gli 80 parlamentari di An eletti nel Pdl si rivolgeranno ai 40 che ci hanno lasciato perché si fermino sull’orlo del baratro". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso del suo intervento alla convention del Pdl in corso a Milano. "La nostra storia - ha proseguito La Russa - ci insegna che prima di tutto vengono l’Italia e gli italiani, e poi i rancori. Chi non vuole intendere si prenda la responsabilità di contraddire ciò che hanno deciso gli elettori italiani" ha concluso il ministro.
La Gelmini: non ci sono terze strade L’ipotesi di un terzo polo non convince il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che alla manifestazione del Pdl a Milano, ha spiegato che "il bipolarismo è un valore: non ci sono terze strade. Non si può pensare di essere eletti in una coalizione e poi cambiare". Bisogna "andare avanti. Abbiamo le carte in regola - ha spiegato la Gelmini - per governare il Paese e anche la sua capitale morale con Letizia Moratti". Certo l’opposizione è all’attacco ma "rispondo a Santoro e agli editorialisti che ci vogliono male - ha detto - che su Berlusconi gli attacchi hanno un effetto vitaminico. Chi è alla minoranza e strumentalizza le difficoltà di una maggioranza che in parte non esiste più non dovrebbe dimenticare ciò che ha fatto il Governo». Secondo il ministro, non saranno certo Vendola o Grillo a risolvere i problemi, o "Bersani che è la copia opaca di se stesso".
Solidarietà a Feltri Dal palco il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha anche parlare di "solidarietà e stima" nei confronti del direttore del Giornale Vittorio Feltri a cui l'ordine dei giornalisti ha imposto un bavaglio di tre mesi. "Il Pdl - ha aggiunto - è con te". Fuori e sotto il palco, invece, sono stati srotolati alcuni striscioni con scritto "Noi stiamo con Feltri, vergogna liberatelo" e "La libertà c’è solo se è di sinistra, a destra..." con un disegno delle manette.
Casini: "La maggioranza non c'è più" Silvio Berlusconi dovrebbe prendere atto che la maggioranza non c’è più e dimettersi, accettando che nasca un nuovo governo, perché una campagna elettorale «degli stracci» in questo momento non serve al Paese. Lo dice il leader Udc Pier Ferdinando Casini: "Mi auguro anche che il presidente Berlusconi voglia contribuire ad evitare di esacerbare la situazione: una conta (in Parlamento, ndr) avrebbe solo un effetto concreto, rendere impossibile qualsiasi dialogo in questa legislatura. Il suo governo ha perso la maggioranza, non se la può prendere con gli altri, ma con sé stesso". Insomma, "bisogna trovare una soluzione diversa, le forze economiche e sociali del paese pensano che è una pura follia andare a votare.
Mi auguro che tutti troviamo il modo per una soluzione dignitosa che serva al paese, perché una campagna degli stracci che duri quattro mesi e che verosimilmente darà gli stessi risultati che abbiamo oggi è una perdita di tempo che non ci possiamo consentire".
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