Governo in campo per evitare il balletto dei ricorsi

RomaDura e pure costosa la vita del precario. Mentre ieri alla Camera prendeva il via la discussione in aula sul cosiddetto decreto salva-precari della scuola, la Uil ha provato a fare due conti sull’esercito dei fuori ruolo, scoprendo così che la via intrapresa dal ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, è quella giusta. Perché? Quest’anno, per volontà del governo, al momento dell’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento è stata data la possibilità ai docenti inseriti di poter scegliere ulteriori tre province oltre a quella di appartenenza ma aggiungendosi soltanto in coda e non con il sistema “a pettine”, ovvero sulla base del punteggio. Con quel sistema l’ultimo arrivato che ha un punteggio più alto supera chi è già inserito. Risultato: il consueto balletto di supplenti nelle classi che è proprio quello che vuole evitare la Gelmini. Moltissimi supplenti però hanno fatto ricorso contro la decisione del governo, chiedendo di essere inseriti “a pettine”. Qual è la conseguenza? Migliaia di ricorsi e controricorsi che porterebbero ad un farsesco viavai di docenti nelle graduatorie e quindi nelle classi. Il decreto ministeriale che aveva stabilito l’inserimento in coda è stato infatti bocciato dal Tar, cui avevano fatto ricorso i supplenti. A quel punto la Gelmini ha messo a punto un emendamento che stabilirà per legge l’inserimento in coda. Emendamento inserito proprio nel decreto salva-precari ora approdato nell’aula di Montecitorio e che dovrebbe salvare il governo dalla valanga dei ricorsi e le scuole dal balletto dei docenti. È sempre la Uil a calcolare che ad ottobre sono stati 6.381 i ricorsi presentati al ministero, l’equivalente di una spesa totale di circa 638mila euro. L’emendamento del governo una volta approvato dovrebbe chiudere la questione. Nelle graduatorie, che dal 2007 sono ad esaurimento, ci sono 232.048 docenti nelle permanenti, 226.586 non titolari di terza fascia e 5.462 non titolari di prima e seconda fascia. La regione con più insegnanti inseriti in graduatoria è la Sicilia (33.754 nelle permanenti, 33.

174 terza fascia, 580 prima e seconda).
Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, chiede di «interrompere la spirale dei ricorsi» perché la scuola non può continuare ad essere un «graduatorificio permanente».

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