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Il governo fa il pieno: la manovra è legge

RomaPassa la manovra di Ferragosto, dopo una gestazione tormentata come quella della proverbiale tela di Penelope. Passa con la fiducia e con numeri che dimostrano che la maggioranza - per il momento - è ancora algebricamente blindata anche alla Camera. Numeri «record», si esaltano nel Pdl: 316 sì (saranno 314 nel voto finale del testo, con l’ex ministro Antonio Martino annuncia il suo no: «Servono riforme»), il secondo miglior risultato al pallottoliere di Montecitorio da quando Fli è fuoriuscita dalla maggioranza, nonostante 8 assenti nel centrodestra, di cui uno del tutto giustificato: Alfonso Papa, detenuto a Poggioreale. E nonostante il pienone delle opposizioni, che si fermano a quota 302: zero assenti nel Pd e nell’Idv; due Fli e uno Udc.
Tiene a sottolinearlo, e lo si capisce, il ministro Ignazio La Russa: «La verifica parlamentare dimostra che il governo ha i numeri e una forte legittimazione democratica». Mentre dall’opposizione tocca a Walter Veltroni ripetere il mantra del «passo indietro» che il premier dovrebbe fare «per dimostrare di amare l’Italia: un atto di dignità politica e personale che non potrebbe che essere apprezzato». E poi, dice l’ex leader Pd, potrebbe nascere «un governo con un’ampia base parlamentare, non un ribaltone», ergo con dentro anche pezzi di Pdl, e guidato da «una persona che in Europa sia rispettata e possa parlare a nome dell’intero paese». Fuori dall’aula, numeri della fiducia alla mano, un ex ministro di rango del governo Prodi sospira: «A forza di alimentare l’illusione del passo indietro e di prossime elezioni in cui il centrosinistra trionferà finiremo per tenerci Berlusconi altri due anni».
Fuori dal Palazzo, davanti a Montecitorio, scoppia intanto la bagarre: polizia e carabinieri in tenuta anti-sommossa tengono a bada con le cariche una manifestazione di Cobas che degenera presto in scontri, con lancio di bombe carta, fumogeni, scarpe e persino interiora di animale. L’ex ministro Andrea Ronchi, che passa di lì, viene assediato da fischi e insulti, e gli arriva in faccia un lancio d’acqua da una bottiglietta. La polizia deve mettersi di mezzo.
Intanto in aula, passata la fiducia blindata, la tensione si allenta e i numeri della maggioranza si affievoliscono rapidamente: vanno votati gli ordini del giorno e al primo scrutinio il centrodestra si accorge di traballare. Per evitare incidenti, il governo cambia rapidamente i pareri sui testi e finisce per rimettersi all’aula.

E così passa una serie di documenti che sulla carta contraddicono la manovra: un odg del Pd che chiede di modificare l’articolo 8 sul lavoro; uno Fli che vuole imporre l’Ici sulle attività lucrative della Chiesa cattolica, ora esentate; uno Idv sulla tassazione dei capitali in Svizzera. E uno di Scilipoti, accettato dal governo, che reintroduce l’ipotesi del condono fiscale e edilizio.

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