da Roma
Il governo pensa di introdurre criteri di revisione delle tariffe energetiche per frenarne limpatto sullinflazione. In particolare, per il gas si ragiona su un possibile taglio della componente fiscale. Lannuncia alla Camera il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola. Lidea sarebbe quella di ridurre i cosiddetti «oneri di sistema» - dal contributo per le centrali nucleari dismesse ai costi per la promozione dellenergia rinnovabile - che gravano sulle bollette per oltre il 10% del totale, e altri oneri impropri.
Non solo. Scajola aggiunge che il governo si appresta a modificare le leggi Marzano e Prodi sulle aziende in crisi, per aggiornarle rispetto al passato. Il ministro non nomina espressamente lAlitalia, ma è certo che la modifica della Marzano servirà a intervenire sulla compagnia aerea in crisi. E sempre a Montecitorio, arrivano gli emendamenti del governo al decreto che contiene la manovra triennale: tra questi, le modifiche alla Robin Tax, che costeranno ai gruppi che operano nel settore energetico 240 milioni di euro in più nel 2008. Settanta milioni pioveranno dal maggior operatore.
La «nuova» Robin Tax prevede anche un maggior gettito da parte di banche e assicurazioni. Le banche dovranno assicurare 170 milioni per pareggiare (o quasi) i conti con quanto si perde con leliminazione delle addizionali sulle royalties, circa 200 milioni sullestrazione petrolifera in Italia. Le compagnie di assicurazione verseranno a loro volta maggiori imposte per 181 milioni questanno, 154 milioni nel 2009 e 191 milioni nel 2010 per lincremento del prelievo sulle riserve matematiche dei rami vita.
Gli emendamenti del governo con una mano prendono, ma con laltra danno. É il caso dellautotrasporto, che si vede concedere aiuti per 116 milioni di euro: 106,5 milioni questanno e 9,5 milioni nel 2009. I fondi serviranno per coprire la detassazione delle trasferte, le agevolazioni per gli straodinari degli autisti, il credito dimposta per le imprese del settore, e così via. Torna anche la «tax credit» per le imprese che intervengono nella produzione cinematografica. La commissione Bilancio di Montecitorio ha invece dichiarato inammissibile lemendamento che estendeva a 400 milioni di euro il tetto al «5 per mille».
In totale, gli emendamenti del governo cassati dalla commissione sono stati 13 su 29.
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