Governo, Napolitano apre le consultazioni

Squadra di governo, resta aperto il nodo Giustizia: An alza la posta, Berlusconi pensa ai ministri junior. Per il Welfare l'ipotesi Prestigiacomo. Gasparri: "Una sfida il primo gruppo unico"

Governo, Napolitano 
apre le consultazioni

Roma - Entra nel vivo la fase conclusiva della formazione del governo. Il Quirinale ha reso noto il calendario delle consultazioni: iniziano oggi pomeriggio con i presidenti di Camera e Senato e si chiuderanno domani con i presidenti emeriti della Repubblica. In mezzo, Giorgio Napolitano ascolterà le indicazioni che gli arriveranno dai gruppi parlamentari appena formati. Così da affidare l’incarico a Silvio Berlusconi giovedì o venerdì.

Al vertice del gruppo del Pdl alla Camera è stato acclamato Fabrizio Cicchitto, con Italo Bocchino quale vice presidente vicario. A Palazzo Madama Maurizio Gasparri è stato eletto presidente dei senatori del Pdl, con Gaetano Quagliariello come vicario. A Porta a Porta Gianfranco Fini annuncia che domenica si dimetterà da presidente di Alleanza nazionale. La «reggenza» del partito verrà assunta - annuncia il presidente della Camera - da Ignazio La Russa, «probabile ministro della Difesa». E proprio La Russa e Altero Matteoli alle Infrastrutture sono gli unici nomi certi del toto-ministri di An; così come Giulio Tremonti e Franco Frattini lo sono per Forza Italia, rispettivamente, all’Economia e agli Esteri.

Seppure il partito del presidente della Camera e del sindaco di Roma continui a indicare in Andrea Ronchi il candidato per la poltrona del Welfare, è probabile che il portavoce ricopra il ruolo di viceministro al ministero dell’Interno. Titolare del dicastero dovrebbe essere Roberto Maroni: casella ribadita anche nel vertice serale a Palazzo Grazioli.

Non è escluso, poi, che An lanci la candidatura di Adriana Poli Bortone e di Giorgia Meloni per due ministeri senza portafogli: nella fattispecie, si tratterebbe delle Politiche comunitarie (ma per la stessa casella è in corsa anche Renato Brunetta) e degli Affari sociali.
Tra le novità del toto-ministri di ieri (maturata e consolidata durante il viaggio in aereo fra Bossi e Berlusconi) la possibilità che Stefania Prestigiacomo diventi il nuovo ministro del Welfare, con due vice ministri «di peso»: Maurizio Sacconi e Ferruccio Fazio, che assumerebbe le deleghe sulla Salute. Ipotesi che in serata è parzialmente rientrata.

Nel caso dovesse effettivamente riemergere Prestigiacomo, per Michela Vittoria Brambilla si profilerebbe la possibilità di diventare ministro dell’Ambiente; sempre che il dicastero non venga diviso in deleghe che potrebbero, in tal caso, confluire sul ministero delle Infrastrutture. Vale a dire, ricadere nell’orbita di An.

Sembra sciolto d’incanto il nodo del prossimo ministro della Giustizia. Nelle ultime ore si sono consolidate le quotazioni di Angelino Alfano. Scendono quelle di Marcello Pera e restano sullo sfondo quelle di Claudio Scajola; che anziché andare a via Arenula preferirebbe continuare il lavoro iniziato alle Attività produttive. Esce dal toto-ministro della Giustizia Elio Vito. Per lui sarebbe pronto il ruolo di ministro per i Rapporti con il Parlamento. «Chissà che non torni qui in altra veste - scherza -. Ho sempre avuto un buon rapporto con il Parlamento», dice al termine dell’assemblea dei deputati del Pdl. Per la stessa casella circola anche il nome di Paolo Bonaiuti.
Sul fronte della Lega, Umberto Bossi risponde direttamente al figlio di Gheddafi e difende l’incarico delineato per Roberto Calderoli. «Pensi a casa sua. Qui è Berlusconi che decide, il resto sono solo parole». La compagine leghista dovrebbe essere completata da Zaia alle Risorse agricole e Maroni all’Interno. Mentre per Bossi e Calderoli sarebbero a disposizione le caselle di Riforme e Federalismo.


E ci pensa Fabrizio Cicchitto ad allontanare le critiche delle difficoltà nella formazione del nuovo governo. «Non c’è nessun problema politico rilevante - precisa il presidente dei deputati del Pdl - ma un approfondimento nome per nome».

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