Salvo Mazzolini
da Berlino
Incomincia tra dispetti e colpi bassi il cancellierato di Angela Merkel. Lultimo dispetto, in ordine di tempo, è venuto dal suo predecessore, Gerhard Schröder, il quale ha annunciato che sarà lui a rappresentare la Germania al prossimo vertice europeo a fine mese. Sotto il profilo strettamente formale, ne ha diritto perché Schröder rimane in carica fino a quando linsediamento della Merkel non sarà perfezionato dal voto parlamentare; e ciò avverrà in novembre. Ma molti ricordano che Kohl nel 98, quando fu battuto alle elezioni, si comportò in maniera cavalleresca: da cancelliere uscente preferì non partecipare ai vertici internazionali e delegare al successore, Schröder, il compito di guidare la delegazione tedesca.
Ma fin qui siamo ai dispetti. Un vero e proprio colpo basso, carico di insidie per futuro, è invece quello giunto da Franz Müntefering, leader dei socialdemocratici. Di solito la lista dei ministri viene annunciata dal cancelliere o dal cancelliere insieme al vicecancelliere nel caso di un governo di coalizione. Così è sempre stato. Ma la Grosse Koalition che sta nascendo a Berlino tra la Spd e la Cdu-Csu della Merkel assomiglia sempre più ad un matrimonio dove ciascuno dei due coniugi va per conto proprio. E così ieri Müntefering, in una conferenza stampa tutta sua, ha annunciato che lui sarà il vicecancelliere e quali saranno gli otto ministri spettanti al suo partito in base agli accordi (due in più di quelli dalla Cdu-Csu). Uno sgarbo? Molto di più secondo il giudizio dei commentatori non schierati. Perché a nessuno è sfuggito il significato delluscita solitaria di Müntefering: sottolineare che i ministri socialdemocratici seguiranno le direttive del loro partito e del vicecancelliere e non quelle di Frau Merkel. Tra le novità annunciate da Müntefering, alcune sono di particolare rilievo. Intanto il fatto che lui sarà anche ministro del Lavoro e questo lascia pensare che i socialdemocratici siano decisi a non cedere su una delle riforme più difficili che dovrà affrontare la coalizione: quella del mercato del lavoro.
Nuovo ministro delle Finanze sarà Peer Steinbruck che fino alla sconfitta del suo partito in maggio ha guidato il Land della Renania-Westfalia dando prova di non disdegnare quella finanza creativa che i tedeschi rimproverano agli italiani. Futuro ministro degli Esteri sarà Frank-Walter Steinmeier, un tecnocrate che fino a ieri era leminenza grigia della cancelleria. Il fatto che un posto così prestigioso, ambito da molti leader, sia andato a un personaggio che non è un politico ed è del tutto sconosciuto al grande pubblico («Steinmeier chi?», così lo presenta il sito dello Spiegel) viene interpretato come un segno che nella Spd la lotta per la successione a Schröder è ancora aperta.
Quanto agli altri sei ministri, li conosceremo lunedì, quando la Merkel terrà la sua conferenza stampa.
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