«Era partito bene, poi un rallentamento improvviso e preoccupante che ci disorienta tutti».
Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, in poche parole, boccia l'azione di governo «nonostante le buone aperture iniziali. Se gli annunci non diventano qualcosa di concreto - insiste - non si va da nessuna parte. Continua a esserci una situazione di mercato nazionale a dir poco drammatica».
Come dire: la politica degli annunci è un vizietto duro a morire. Tuttavia, il presidente dà fondo alle sue ultime riserve di energia e di ottimismo: «Non voglio lanciare l'allarme rosso - aggiunge - perché siamo alla fine dell'anno e c'è ancora tempo per portare a compimento i progetti più importanti per il comparto nei primi mesi del 2014».
Uno su tutti il registro telematico delle imbarcazioni «perché se non ridiamo fiducia alle società di leasing, agevolando la ripresa dei finanziamenti per l'acquisto di barche, il settore può chiudere bottega. Almeno in Italia».
Con un decreto pronto, infatti, non ci sono giustificazioni che tengano. E non si venga a dire che la burocrazia ha i suoi tempi. Insopportabilmente lunghi, lunghissimi, morti: «C'è un time out tra febbraio e marzo prossimi - continua Albertoni - se a inizio primavera non parte l'immatricolazione telematica la nuova stagione del diporto sarà ad altissimo rischio. Non ho nessun motivo, tuttavia, di pensare che il ministro Maurizio Lupi sia cambiato in tre mesi... Secondo me è sempre quello che abbiamo visto al Salone: schietto, pratico e determinato.
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