Roma - Verrà confermata anche nel 2008 la rottamazione delle auto. Lo prevede un emendamento della maggioranza alla Camera alla Finanziaria. Sul testo devono essere ancora definiti i dettagli tecnici: «La sintesi - come la definisce Alfiero Grandi, sottosegretario all’Economia - fra obiettivi ambientali ed economici». Insomma, verificare se il calo di gettito è compatibile con gli impegni di deficit.
«Sintesi» quantomai necessaria, in quanto l’orientamento della maggioranza è quello di estendere la rottamazione anche alle vetture Euro 2, immatricolate fino al dicembre del 1999. Vale a dire, che il provvedimento potrebbe interessare complessivamente 18,5 milioni di auto: il 55% del parco circolante. Sono infatti 3,8 milioni le auto Euro Zero, 4,7 milioni quelle Euro 1, e 10 milioni quelle Euro 2. L’incentivo è rappresentato da un bonus da 700 euro e l’esenzione del bollo per un anno. Contro la rottamazione si scagliano i Verdi, pronti a bloccare l’emendamento del governo. Presentato anche una proposta sulle multe non pagate che abbassa da 5 a 2 anni il termine ultimo per la notifica e la conseguente iscrizione a ruolo.
Ma sulla manovra si prospetta una nuova frattura fra governo e maggioranza. Il ministero dell’Economia ha presentato un emendamento che propone di inserire nella legge finanziaria il disegno di legge sulla privatizzazione delle società municipalizzate: provvedimento, presentato un anno fa da Linda Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali, ed ancora fermo al Senato. Lo stesso relatore di maggioranza alla manovra, Michele Ventura, è contrario all’idea di inserire il ddl in Finanziaria. «Sarebbe opportuno - osserva - che riforme così impegnative siano affrontate altrove. Comunque, il testo dell’emendamento è stato presentato dal governo - aggiunge - ed è il governo che deve decidere se ritirarlo o meno».
Intanto, contro l’emendamento del governo si scaglia Leonardo Dominici, sindaco di Firenze e presidente dell’Associazione dei comuni italiani, Anci. Se il governo dovesse confermare l’emendamento sul ddl Lanzillotta - annuncia Dominici - «non vorremmo vederci costretti a ripetere la scelta fatta dall’Anci prima dell’estate, cioè abbandonare tutti i tavoli di concertazione con il governo». In precedenza, lo stesso Dominici aveva firmato con Veltroni e Cacciari una lettera alla presidenza del Consiglio con la quale i sindaci di Firenze, Roma e Venezia chiedevano maggiori risorse a disposizioni delle città d’arte e le grandi città a vocazione turistica.
Con la manovra, poi, il governo punta a creare un fondo destinato a ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente, fondo che dovrebbe essere alimentato dall’eventuale extragettito che emergerà nel 2008. Ipotesi alquanto difficile da realizzare: il Pil del 2008 sarà inferiore alle previsioni, quindi non potrà favorire l’accumulazione di «tesoretti»; e quelli realizzati quest’anno sono già impegnati in altre spese.
In più, i proventi legati alla maggiore lotta all’evasione serviranno per pagare i nuovi 007 del Fisco che verranno assunti. Anche per queste ragioni, Alfiero Grandi si mostra cauto di fronte all’ipotesi di assegnare un bonus da 1.200 euro alle famiglie con più di 4 figli. «Sarei prudente - dice - ad impegnarmi in altre spese».