Arriva la norma "anti-ribaltone"

Presto in Cdm il testo della riforma del premierato. Che piace a Renzi...

Arriva la norma "anti-ribaltone"
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Il disegno di legge sul premierato potrebbe essere già presentato in uno dei prossimi Cdm, al rientro dalla pausa. Ma stabilire un timing è complicato. Certo è che la maggioranza di centrodestra si sta orientando verso quel tipo di riforma istituzionale, a discapito del ben più complesso presidenzialismo. E che il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ci sta lavorando da tempo, dialogando con tutte le forze, i costituzionalisti, il Cnel, sempre con profilo istituzionale.

In sintesi: gli italiani eleggerebbero in via diretta il premier, che avrebbe dei poteri estesi come quello di nomina e revoca dei ministri. A Palazzo Chigi andrebbe chi ha vinto le elezioni. Punto e basta. Prevista anche una clausola «anti-ribaltone», che consentirebbe ai parlamentari di cambiare il capo dell’esecutivo ma non la conformazione della maggioranza. Il potere di scioglimento delle Camere resterebbe nelle mani del presidente della Repubblica, carica che continuerebbe a non essere direttamente elettiva.

«Se dovessimo fermarci a quelle che sono le preferenze della destra dice al Giornale il capogruppo della Camera di Fdi Tommaso Foti - dovremmo dire “o elezione diretta del Capo dello Stato o nulla”. Tuttavia, il presidenzialismo, che non è una religione, nelle sue varie declinazioni, contempla anche l’elezione diretta del premier. Penso che questa sia la strada che dovrebbe trovare un punto di caduta anche oltre la maggioranza di centrodestra, rafforzando i poteri del presidente del Consiglio e lasciando al presidente della Repubblica tutti i poteri che lo rendono garante dell’unità nazionale. È evidente che una siffatta riforma consentirebbe per la prima volta agli Italiani di non vedere tradito da giochi di palazzo il voto espresso alle elezioni».

Nazario Pagano, esponente azzurro e presidente della commissione Affari costituzionali alla Camera, conferma che il premierato è qualcosa di più di una idea. «Sono favorevole a una soluzione che possa sintetizzare le proposte della maggioranza e, almeno in parte, quelle dell’opposizione. Quella del premierato, in particolare, è una soluzione in perfetta sintonia con la posizione storica di Forza Italia e del centrodestra a favore di una riforma costituzionale che permetterebbe di centrare, allo stesso tempo, tre obiettivi: assicurare maggiore stabilità al governo e, di riflesso, garantire autorevolezza al presidente del Consiglio, soprattutto sul palcoscenico internazionale». Poi il terzo: «Tutto ciò rimettendo al centro i cittadini, valorizzando il loro voto e riavvicinandoli alla politica». E anche Maurizio Lupi di Noi Moderati si dice d’accordo con l’elezione diretta, «lasciano al presidente della Repubblica le sue prerogative e il suo ruolo di garante dei principi costituzionali». Pagano nomina l’opposizione. E tra le forze di minoranza, con la dicitura «sindaco d’Italia», c’è chi da tempo invoca il premierato, ossia Italia viva. Forza che rivendica la sua posizione. «Come Italia viva abbiamo firmato e depositato un progetto di legge sul premierato (sindaco d’Italia). Consideriamo questa la sola vera proposta per garantire governabilità e stabilità. Ci aspettiamo che il governo apra un confronto.

Per ora c’è stata solo melina da parte dell’esecutivo ma se decideranno di affrontare con serietà il tema delle riforme istituzionali, Italia viva farà la propria parte perché le regole si scrivono tutti assieme», ha osservato Raffaella Paita, coordinatrice e senatrice del partito guidato da Matteo Renzi.

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