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Violenza sulle donne, "Codice Rosso" diventa più severo. Ecco le nuove misure

Dal braccialetto elettronico al "cartellino giallo": Palazzo Chigi ha approvato il pacchetto di interventi che rende più severo il Codice Rosso

Violenza sulle donne, "Codice Rosso" diventa più severo. Ecco le nuove misure

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Violenza sulle donne, "Codice Rosso" diventa più severo. Approvate nuove misure

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La tragedia di Giulia Tramontano ha scosso il Paese, il governo punta a ridurre il pernicioso fenomeno del femminicidio. All'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di mercoledì un disegno di legge contro la violenza sulle donne con l'obiettivo di rendere più severo il Codice Rosso. Il testo approvato da Palazzo Chigi è composto da quindici articoli: come riportato dal Corriere della Sera, mira ad aumentare le pene degli uomini violenti, a spingere i magistrati ad agire con velocità e ad aumentare le misure di precauzione.

Le nuove misure contro la violenza sulle donne

L'articolo uno riguarda i recidivi: se il reato avviene nell'ambito di violenza domestica (reati di violenza, lesioni personali, violenza privata, minacce, atti persecutori, reverenge porn), le pene vengono aumentate. Riflettori accesi anche sul braccialetto elettronico: sebbene necessiti del consenso dell'indagato, l'applicazione diventa automatica e non più a discrezione del giudice. Per quanto concerne i pubblici ministeri, previsto un massimo di trenta giorni per le richieste di misure cautelari e per la loro applicazione da parte del gip.

Tra i nuovi provvedimenti, un capitolo a parte per il divieto di avvicinamento. L'intervento prevede un confine preciso, ovvero una distanza minima di 500 metri. E le violazioni della norma possono costare caro: da uno a cinque anni di carcere ed è consentito l'arresto anche in flagranza differita, ossia con l'ausilio di video, foto e supporti telematici. In tal caso, il reato deve essere denunciato e dimostrato entro 48 ore dal fatto. E ancora, tra le nuove misure l'ampliamento dei reati a cui applicare il "cartellino giallo": oltre a stalking e maltrattamenti, anche tentato omicidio, revenge porn e aggressioni con acido.

Roccella: "Serve un cambiamento culturale"

Intervenuta in conferenza stampa, la ministra Eugenia Roccella si è soffermata sulle nuove misure contro la violenza sulle donne, in particolare sul momento storico: "L'approvazione del ddl avviene in giorni in cui sono accadute cose che hanno colpito tutti noi, che ci hanno commosso e sconvolto. Il provvedimento era in cantiere già da tempo: avevamo ritenuto fosse necessario, nonostante la nostra sia una buona legislazione, intervenire su alcune criticità soprattutto nell'applicazione delle norme contro la violenza". Il provvedimento mira ad "aumentare il livello di sicurezza delle vittime e quindi la prevenzione" con il rafforzamento delle misure cautelari e la velocizzazione dei tempi dell'intervento. La titolare della Famiglia ha tenuto a sottolineare che l'intervento del governo non è sufficiente "se non viene accompagnato anche da una campagna, da un cambiamento culturale, perché è essenzialmente una questione culturale". La ministra Roccella ha citato il drammatico caso di Giulia Tramontano: "Nessuna legge avrebbe potuto salvarla".

Nordio: "Riteniamo questa problematica prioritaria"

"Sono misure molto severe perché riteniamo questa problematica prioritaria", le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul pacchetto di interventi portato in Consiglio dei ministri. Le misure firmate insieme ai colleghi Roccella e Piantedosi "riguardano i poteri di intervento immediato delle forze di polizia cui le donne si rivolgono, gli strumenti probatori e gli interventi cautelari velocizzandone e semplificandone la procedura".

Il guardasigilli ha successivamente posto l'accento sull'attività di monitoraggio:"Il ministero si è adoperato con un intervento tecnologico realizzato sui sistemi informativi penali per introdurre importanti novità, e permettere agli uffici giudiziari di rilevare dati statistici importanti, tra i quali la relazione tra la vittima e l'autore del reato, monitorando in questo modo il fenomeno della violenza di genere in tempo reale".

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