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Extraprofitti, il piano di Tajani: "Tassa sia deducibile e una tantum"

Il vicepremier e ministro degli Esteri è intervenuto agli “Incontri al Caffè de La Versiliana” intervistato da Alessandro Sallusti: sul tavolo molti dossier economici dagli extraprofitti al taglio del cuneo fiscale

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Agli “Incontri al Caffè de La Versiliana” è il giorno di Antonio Tajani intervistato da Alessandro Sallusti che si prende la scena ed è deciso a far passare la linea di Forza Italia all’interno della compagine ministeriale pur essendo consapevole dell’importanza dell’unione di tutte le forze di centrodestra. Ma ribadisce, secondo la linea ereditata dal presidente Silvio Berlusconi, “di cui mi mancano le telefonate”, che “siamo diversi ma uniti” e “il partito è sempre più attrattivo sul versante moderato della scena politica”. Non è un caso che citi il grande maestro Battiato e il suo “centro di gravità”.

L’intervento del ministro degli Esteri è però incentrato sui temici economici. La tassa sugli extraprofitti delle banche, di cui è fondamentale distinguere tra grandi e piccoli istituti, “deve essere deducibile e confermare che è una tantum” e soprattutto “bisogna escludere quelle territoriali che danno sostegno al fornaio, idraulico, agricoltore”. E dà il suo punto di vista su come è stata gestita la comunicazione: “Avrei fatto comunque la manovra a Borse chiuse. Abbiamo perso 10 miliardi di euro”.

Salario minimo e pensioni minime

Nel suo intervento il titolare della Farnesina ha parlato anche di salario minimo bollato come un boomerang: "Si deve avere un salario minimo fissato attraverso i contratti collettivi che non fissano soltanto il salario ma la retribuzione. Quindi alzando la retribuzione, i salari diventano più ricchi e i contratti pirata si costringono ad adeguarsi al contratto collettivo nazionale”.

La lista dei lavori per le prossime settimane stilata da Tajani è lunga e riguarda anche un tema importante come quello del fisco e del cuneo fiscale con la “necessita di un taglio del 7% e progressivamente vanno detassate le tredicesime, gli straordinari, i premi di produzione, il lavoro estivo e domenicale”. Spazio anche alle pensioni minime, storico cavallo di battaglia del partito: “È un impegno da affrontare. L’obiettivo è centrare i 1.000 euro al mese a fine legislatura”.

C’è stato poi spazio per una riflessione di politica internazionale. Partendo proprio dal fronte sud dell'Italia, il Nord Africa con un appunto sui problemi nati nel 2011 con il crollo del regime in Libia: "È stato un errore gravissimo lasciare ammazzare Gheddafi, non sarà stato il campione della democrazia, ma finito lui, è arrivata in Libia e in Africa l'instabilità".

Poi l'annuncio di un prossimo viaggio in Cina per portare la Russia al tavolo dei negoziati e infine un passaggio sulle alleanze in vista delle Europee del prossimo anno: "Non è questione di veti, ma di realtà. Noi, in quanto partito del Ppe, non potremmo mai accettare un'intesa con partiti anti-europeisti come quello di Le Pen o l'AfD".

E aggiunge che "è difficile pensare a una maggioranza che non sia composta da popolari, conservatori, liberali e magari socialisti in posizione defilata".

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