Meloni si è mossa bene. Anche sul tema migranti

Il rapporto di fiducia che Giorgia ha tessuto con i suoi elettori è solido in quanto è stato edificato nel corso di lustri durante i quali Meloni ha mostrato una condotta sempre coerente

Meloni si è mossa bene. Anche sul tema migranti

Egregio Direttore Feltri, sono suo accanito lettore da sempre e la stimo profondamente per la sua autenticità, sebbene le nostre opinioni non siano sempre convergenti. Mi interessa molto conoscere il suo punto di vista in merito alle scelte di Giorgia Meloni sul tema dell'immigrazione. Sono deluso da quello che sta accadendo perché ho la sensazione che si stia facendo poco o niente per bloccare gli arrivi, mentre mi sarei atteso maggiore forza da tutto il centrodestra e non solo dalla premier. Ci tengo a precisare che sono un elettore di Fratelli d'Italia e che, nonostante questo mio senso di amarezza per i continui sbarchi, non smetterò di votare per Fdi dato che Meloni è e resta il politico più credibile e coerente che abbiamo. Ma se non cambierà bandiera risolvendo la questione di cui le sto parlando, io credo che la nostra amata leader potrebbe perdere parte del consenso di cui gode. Lei che ne pensa?
Francesco

Caro Francesco,
innanzitutto la ringrazio per le parole nei miei riguardi. Ma le sono grato anche perché ha posto un quesito interessante, che sintetizzo: Meloni, a causa della massiccia ondata migratoria che pare non gestita, rischia di bruciare il consenso che ha costruito in questi anni? Lei stesso in parte risolve il dubbio: il rapporto di fiducia che Giorgia ha tessuto con i suoi elettori è solido in quanto è stato edificato nel corso di lustri durante i quali Meloni ha mostrato una condotta sempre coerente, impeccabile, coraggiosa, decisa, quindi tale relazione non potrà essere demolita da questa faccenda qui, quantunque non sia irrilevante, quantunque il fenomeno della immigrazione clandestina di massa preoccupi fortemente gli italiani e non sia argomento di poco conto, tutt'altro. Vale anche la teoria del "male minore" - se così possiamo definirla - in un sistema democratico: l'elettore vota per colui o colei che risulta essere il migliore tra i peggiori. Scordiamoci che chi governa possa non sbagliare mai, non tentennare mai, non cadere mai, non avere mai difficoltà, avere sempre la soluzione in tasca, essere un superuomo o una superdonna.

Governare è il compito più arduo che possa esistere, si ha la responsabilità di milioni di individui sulle proprie spalle, già questo fatto atterrisce. Giorgia lo fa per la prima volta, ma dopo avere maturato una lunghissima esperienza nonché gavetta politica, e, a mio avviso, lo fa alla grande. Sono un ammiratore di Giorgia, di questa pistolina su cui nessuno di noi, me compreso, agli albori, avrebbe scommesso un soldo. Invece eccola lì che si destreggia, che si muove con apparente disinvoltura tra gli altri capi di Stato e di governo del mondo, anche se dentro, in fondo in fondo, almeno io che la conosco bene, percepisco la sua tenera timidezza. La sua straordinarietà sta proprio in questo: nella capacità di nasconderla, di farsi sempre forte, per non farsi mangiare, forte per la Nazione, forte per gli italiani. Forte anche sulla questione spinosa, quella appunto degli sbarchi incontenibili. Io ritengo che Meloni sia molto più astuta e abile di quanto saremmo portati a immaginare. Non commettiamo di nuovo l'errore di sottovalutarla, ora che sappiamo che ella ci sorprende sempre. Io mi sono fatto l'idea che ella abbia una strategia che sta dal principio seguendo e applicando. Le scelte sulla immigrazione, quando si tratta di arginare quella clandestina, sono sempre complicate da applicare quando sono percepite come dure, quindi sono anche impopolari e comportano conseguenze che sarebbe meglio evitare. Si veda quello che è accaduto a Matteo Salvini, allorché, in qualità di ministro dell'Interno, ha difeso l'ordine e la legge dall'ormai predominio della irregolarità. Tuttora egli è sotto processo per questi motivi. Torniamo alla nostra Giorgia. La sua strategia, a mio avviso, consiste in questo: ella ha tentato per mesi la via diplomatica, si è impegnata tanto, si è consumata, l'ha perseguita sul serio, non tanto per fare, ma questa via ha dimostrato i suoi limiti, anzi la sua quasi inutilità. I sindaci di sinistra si sono ribellati agli arrivi, è stata criticata dai progressisti per gli sbarchi incontrollati. Adesso Giorgia, che si è posta nelle condizioni di essere attaccata dalla stessa sinistra immigrazionista ad oltranza, può ricorrere alle maniere forti e nessuno potrà inveire per questo, proprio perché quelle dolci sono fallite. Cosa sarebbe accaduto se Meloni, appena insediatasi, avesse applicato la chiusura dei porti, il blocco navale, i respingimenti di massa, i rimpatri di massa e roba simile? Da perfetta statista la premier ha fatto ricorso alla prima via che chiunque stia all'apice delle istituzioni è chiamato a percorrere: quella diplomatica.

Meloni ha tutta la mia fiducia perché se l'è meritata. So che sta facendo bene quello che ha in testa e che quello che ha in testa è bene. Penso che sia il momento di essere risoluti e severi. Non stiamo gestendo decine o centinaia di profughi, bensì siamo invasi quotidianamente da migliaia e migliaia di clandestini, fenomeno che, per le sue dimensioni e la sua continuità, inevitabilmente destabilizza
qualsiasi organismo statale.

Pensiamo all'Impero Romano collassato sotto le invasioni barbariche. Il paragone è tutt'altro che ardito. Arrivi di questa portata hanno il potere e la potenza di una bomba nucleare i cui effetti nocivi si vedono anche sul lungo periodo.

È tempo di dire: BASTA!

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