Grace, bellezza e sfortuna di un’icona del Novecento

Grace, bellezza e sfortuna di un’icona del Novecento

È stata sicuramente un’icona del Ventesimo secolo. Non soltanto per la sua bellezza e per la sua innata eleganza. Grace Kelly resta uno dei volti simbolo del Novecento perché ha saputo coniugare come nessun’altro due aspetti fondamentali della seduzione moderna: il cinema e la mondanità. E lo ha fatto, appunto, con estrema eleganza e buon gusto. Come si addice a un’attrice di rango o a una principessa.
La sua parabola adesso è al centro di una mostra che è stata aperta ieri negli spazi espositivi della Fondazione Memmo a Palazzo Ruspoli. A curare la mostra è Frederic Mitterrand, attualmente ministro della Cultura di Sarkozy, ma in precendenza uomo di lettere e soprattutto appassionato cinefilo. I primi visitatori della mostra (aperta nel 2007) sono stati i cittadini monegaschi e i turisti del Principato durante l’estate di due anni fa. In tutto hanno già ammirato la mostra oltre 130mila persone a partire dallo stesso principe Alberto II di Monaco che ha molto apprezzato il tributo alla madre (morta prematuramente nell’82 a soli 53 anni a causa di un incidente stradale).
La mostra comincia con una galleria di copertine di giornali illustriati degli anni Cinquanta, periodo in cui Grace era passata da icona dei film di Hitchcock a principessa del Principato di Monaco: le locandine di «Life», «Time» ma anche di «Paris Match», «Gente» e «Oggi». Il percorso prosegue con le fotog rafie di scena di Eric Carpenter, della Metro Goldwin Mayer, alternate agli scatti di artisti come Howell Conant, Cecil Beaton, Irwing Penn (scomparso pochi giorni fa).
Seguono le lettere della principessa scritte a personaggi di spicco come Jackie Kennedy, Maria Callas, Alfred Hitchcock e Cary Grant. I filmati di vita privata che girò con abilità di regista in molti momenti importanti della vita privata. Gli abiti da sera di Christian Dior, Oleg Cassini, Balenciaga, Chanel, tra i quali spicca però il celebre abito da sposa in seta ecru. I gioielli di Cartier e di Van Cleef&Arpels, comprese le repliche dei diademi regali. Infine, le borse Kelly di Hermes, chiamate così in suo onore.
«La morte prematura della principessa Grace - spiega Mitterrand, che prima di essere cooptato nel governo di Sarkozy era direttore dell’Accademia di Francia di Villa Medici - l’ha iscritta nella tragica serie dei destini da leggenda, conferendole il risalto atemporale proprio delle fiabe.

Quella di cui l’attrice americana è stata l’eroina è stata tuttavia una delle storie più commoventi, perché tra le ultime dei tempi andati e la prima di epoca moderna».
La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2010. Via del Corso 418. Lunedì chiuso. Info: 06.6874704.

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