Roma - Sì alle graduatorie regionali. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, apre alla scuola in salsa federalista: proposta avanzata dalla Lega e rilanciata pure dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Come promesso la Gelmini sembra intenzionata a rimettersi subito al lavoro. Appena otto giorni dopo la nascita della piccola Emma il ministro partecipa ai lavori del tavolo delle Infrastrutture per l’Expo al Pirellone e affronta anche un incontro faccia a faccia proprio con il presidente Formigoni per parlare delle novità in materia di istruzione.
Rispetto alle proposte avanzate da Lega e governatore il progetto del ministro è più ampio, le comprende e le supera allo stesso tempo. L’obiettivo è quello di arrivare ad una riforma complessiva che riveda le modalità di reclutamento dei docenti e la loro carriera, introducendo per la prima volta criteri meritocratici. Per la Gelmini questo è un traguardo che può essere raggiunto in tempi stretti.
Il primo aspetto è quello che riguarda le graduatorie regionali, quello che sta a cuore al partito di Umberto Bossi ma anche a Formigoni. Il governatore sogna un modello scolastico che in qualche modo ripercorra la strada compiuta dalla sanità in Lombardia negli ultimi dieci anni. L’idea di Formigoni è di partire in via sperimentale nell’attesa che arrivi poi una vera e propria riforma. Il cambiamento radicale che si chiede è quello di assegnare alle scuole la possibilità di scegliere direttamente gli insegnanti pescando da albi regionali. Le graduatorie sarebbero aperte a tutti ma i docenti dovrebbero restare nella scuola assegnata almeno cinque anni.
Un’ipotesi che lo stesso ministro aveva avanzato qualche tempo fa, limitando però il periodo a tre anni. Una scelta giusta secondo la Gelmini perché si deve garantire ai ragazzi la continuità didattica. Si vuole evitare che un professore non residente nel luogo dove insegna chieda il trasferimento non appena ottenuta la cattedra e se ne vada dopo pochi mesi lasciando il posto scoperto. Le graduatorie regionali sarebbero l’unico modo per evitare il solito “balletto” dei docenti legando la residenza degli insegnanti al loro luogo di lavoro.
«Il nostro obiettivo è il 2011 - spiega il ministro -. Stiamo lavorando ad un elevamento della qualità didattica all’interno della scuola con un disegno di legge sul reclutamento degli insegnanti e la loro valutazione, puntando anche a garantire la continuità didattica».
Sono molti i ministri che in passato hanno tentato di legare gli aumenti di stipendio dei professori al loro concreto impegno nella scuola. Tutti hanno fallito anche per le resistenze interne alla categoria. Resistenze che il ministro conta di superare anche grazie agli incentivi previsti per i docenti che si impegneranno di più.
«Noi abbiamo proceduto a realizzare i risparmi previsti dalla Finanziaria e tutto questo porta una cifra piuttosto considerevole che dovrà essere riversata in incentivi per gli insegnanti nel 2011 - dice il ministro -. Non dobbiamo perdere tempo e varare un ddl che ottenga due obbiettivi. L’avanzamento degli insegnanti legato alla carriera e non soltanto all’anzianità come avviene oggi, affiancato da un sistema di valutazione che ci permetta di ridistribuire i risparmi in termini meritocratici».
Il progetto della Gelmini trova ovviamente la piena approvazione della Lega.
«Finalmente nel 2011 dovremmo avere le graduatorie regionali degli insegnanti», commenta soddisfatto il senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione del Senato, ricordando come questa sia stata «una battaglia storica di Umberto Bossi e di tutta la Lega Nord» che aveva già presentato sia alla Camera sia al Senato un ddl il cui obiettivo sono proprio le graduatorie regionali degli insegnanti.Cgil e opposizione sono già pronte ad alzare le barricate, definendo la proposta «priva di senso, inaccettabile e contro il dettato costituzionale».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.