Barbara Silbe
Cè una strana, nuova usanza: allestire mostre di fotografia per la strada. Cartelloni in fila, lungo viali pedonali, nelle piazze, come tanti alberi colorati e ammalianti che attendono i passanti. È bella, larte sui marciapiedi, dove tutti scorrono distratti eppure sostano, catturati da un fremito, da uno sguardo, da un sorriso.
Capita a Milano, già da un paio danni, nella centralissima via Dante: la rassegna appena terminata si intitolava «La saggezza dellumanità», un réportage sui popoli dai diversi angoli della terra. Capita ora anche in provincia, a Cinisello Balsamo, con la personale di Davide Ferrario ospitata in una piazza Gramsci recentemente riprogettata dallarchitetto Dominique Perrault. «Foto da galera», questo il titolo dellesposizione, è la testimonianza di un regista cinematografico allinterno del carcere di San Vittore, sospesa a metà tra lindagine sociologica e lironia. Ferrario, di lui ricordiamo i film «Anime fiammeggianti» (1994), «Tutti giù per terra» (1997) e «Guardami» (1999), si è recato nel quarto e quinto raggio dellistituto di pena milanese, muovendosi dentro celle e spazi vuoti e in attesa di ristrutturazione, per produrre scatti che sono racconti di ciò che è stato, di un tempo trascorso lento e di unazione che, lì dentro, si è ripetuta allinfinito.
Ha inquadrato muri scrostati, soffitti sporchi, manifesti, fiori, disegni, residui che ci parlano di desideri, di sogni, di pensieri e ricordi dei detenuti. Li immaginiamo inventarsi spazi e sognare il cielo e i prati e le donne fuori da quelle sbarre, li pensiamo posare occhi e mani sul poster stropicciato di una modella, sullicona di una Madonna, sulla squadra del cuore. Lautore, che nel penitenziario meneghino lavora da alcuni anni con un gruppo di carcerati su progetti di documentazione audiovisiva, inquadra pareti che sono diventate pagine di un diario intimo di disperazione e speranza, cattura il silenzio delle celle in disuso prima che tutto scompaia, per conservarne la memoria.
Tra i «capolavori» di questi artisti inconsapevoli si trovano molte opere curiose: pacchetti di sigarette e scatole vuote di pasta trasformati in contenitori e caselle della posta, liste della spesa, brandelli di poesie, collage che sembrano prodotti dalla fantasia di un artista pop.
In collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea. Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta. Aperta con ingresso libero fino al 26 febbraio. Info: tel. 02.6605661.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.