Alla gran giostra della politica e degli spioni

Il nuovo spettacolo di Lando Fiorini è di scena al Puff

Antonio Venditti

«Come è bello sape’ tutto della gente» è la battuta che dà l’avvio al nuovo spettacolo in scena al Puff, storico cabaret in via Zanazzo 4, con cui Lando Fiorini inaugura la stagione. Un’espressione che nella sua semplicità costituisce il rombo del motore dello spettacolo con un titolo che è tutto un programma, «Pronto... chi spia?». Ed ecco allora alla ribalta lo scandalo delle intercettazioni telefoniche e della successiva ondata di curiosità e pettegolezzi che ha coinvolto il mondo politico, sportivo e privato del nostro Paese. Il tutto condito con quell’ironia tipica dei romani, che oltre a far sorridere, fa anche riflettere sui fatti e misfatti quotidiani di casa nostra, che poi, a pensarci bene, trovano un riferimento anche con la nostra storia più antica. Infatti, sul palcoscenico Lando Fiorini, nelle vesti solenni di Giulio Cesare, affiancato dalla gelosa Calpurnia - l’effervescente Alessandra De Pascalis - e dall’intrigante Cleopatra - la prorompente Loretta Rossi Stuart - si lamenta di essere intercettato da un servo spione - il poliedrico e bravissimo Camillo Toscano - che, dati i tempi, utilizza allo scopo solo una conchiglia. Sono affrontati anche temi di scottante attualità, come quello delle adozioni a distanza, in questi giorni balzate al centro delle cronache per colpa di truffatori in cui può capitare di imbattersi, impegnati sempre più nel non destare sospetti mentre si appropriano della beneficenza privata, sottraendo fondi ai bambini poveri dell’Africa, in questo caso al piccolo Omar.
Anche la moda dei soggiorni in agriturismo è messa sotto la lente di ingrandimento dagli autori, Natili, Delle Donne e Fiorini che, peraltro, ha curato la regia. Ne scaturisce tutta una serie di situazioni che ruota intorno a un contadino decisamente con il cervello sopraffino.
La «farmacia del buon umore», come potrebbe essere definito il Puff, è gestita da un farmacista d’eccezione, Lando Fiorini, capace di mettere a disposizione del pubblico presente in sala tutto un vasto assortimento di pillole salva-sorriso, difficili a trovarsi in circolazione, che, però, non salvano il Governo Prodi e politici come Rosy Bindi, Bertinotti, Padoa Schioppa, Bersani, Fassino, Mastella e naturalmente i protagonisti di calciopoli con Moggi in testa.


Il finale dello spettacolo è affidato come sempre alla verve e soprattutto all'arte canora di Lando Fiorini, che regala due gioielli della canzone romana, «Barcarolo romano» di Pizzicaria e Romolo Balzani (1926), il brano più votato nella storia di Canzonissima, e «Quanto sei bella Roma», di Bixio, Bonagura e De Torres (1934).
In vista del 40° anno di attività del Puff, Lando Fiorini lancia un annuncio, che è tutta una promessa: una grande festa sul Tevere, «perché - ricorda Lando - mio padre era pescatore».

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