Gran premio, un «giro» d’affari da 58 milioni

Non solo corse, gli stranieri appassionati di «Formula 1» approfittano anche per visitare mostre e fare shopping in Montenapo. Quest’anno per il via attese oltre 145mila persone

Il Gran Premio di Monza dà benzina all’economia lombarda con un indotto da 58 milioni di euro. Un giro d'affari a tutta velocità che coinvolge non soltanto la Brianza, ma l'intera regione con circa 22 milioni di euro in proventi noti, come biglietti, allestimenti, organizzazione, sistema produttivo non automobilistico. Cui si aggiungono altri 36 milioni in ricadute complessive legate al turismo nei tre giorni di gare. A calcolarli è stato l’ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza sui dati di Registro imprese, Censis e Isnart. A guadagnarci sono soprattutto settori come lo shopping (12,343 milioni), la ristorazione (10,807 milioni), gli alloggi (10,194 milioni), con una buona fetta anche per trasporti e parcheggi (2,257 milioni).
E se a essere premiata è soprattutto la Brianza, che deve al Gran Premio 18,556 milioni di euro di cui 8 per lo shopping e 7 per la ristorazione, la maggior parte degli appassionati che si ferma a dormire in Lombardia sceglie Milano, provvista di un sistema di ricezione turistica più capillare. Gli alberghi milanesi fatturano infatti 5,368 milioni di euro contro i 2,056 della Brianza. In totale l'indotto per il capoluogo lombardo è di 10,916 milioni, su cui incidono anche lo shopping (2,4 milioni), soprattutto nei luoghi simbolo della moda come via Montenapoleone o via della Spiga, e la ristorazione (2,3 milioni). Nella media, circa 145mila persone, il pubblico previsto per questa edizione, 15mila in meno rispetto al record storico, pari a 160mila spettatori, e con un incasso per la sola vendita dei biglietti che dovrebbe assestarsi sui 12 milioni di euro. Ma il dato forse più importante è quello sull'indotto complessivo generato dagli stranieri, pari a 20,6 milioni di euro di cui 14 legati al turismo e 6,6 ad altre voci di indotto economico.
Non a caso per il segretario generale della Camera di commercio, Renato Mattioni, «il Gran Premio è un evento importante soprattutto in un’ottica di rete, in quanto rappresenta una grande occasione globale per le 82mila aziende brianzole, una ogni nove abitanti, il cui indice di apertura ai mercati esteri è oltre il triplo rispetto alla media italiana. Senza la Formula 1 difficilmente gli imprenditori riuscirebbero a portarsi dietro la riconoscibilità del territorio nei loro viaggi d’affari all’estero. Insomma dal Gran Premio guadagnano un po’ tutti, anche chi se ne accorge meno. Le gare sono come un sasso nello stagno: non basta guardare solo la prima onda, bisogna vedere tutti i cerchi concentrici».
Dati importanti anche per il sindaco della giunta di centrodestra, Marco Mariani, per il quale comunque «la ricaduta d’immagine legata alle corse è difficilmente calcolabile, anche se l'autodromo per Monza può diventare ancora più importante. In futuro dovrà essere utilizzato sempre di più anche per manifestazioni non motoristiche come congressi medici, un centro di alta tecnologia per l’ingegneria meccanica e più in generale come contenitore d’eventi.

Legando in modo più stretto la struttura alla città e facendo finire una volta per tutte la leggenda metropolitana secondo cui l’autodromo e il parco circostante sarebbero incompatibili, perché l’unica cosa incompatibile con il parco è l’incuria».

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