Grand Hotel Alcatraz: vacanze galeotte con le sbarre alle finestre

L’isola dove sorge l’ex carcere più inespugnabile del mondo è meta incessante di turisti. Così si è deciso di trasformare lo storico penitenziario in un albergo a cinque stelle

Grand Hotel Alcatraz: vacanze galeotte con le sbarre alle finestre

Una vacanza per evadere da casa? Sì, ma col gusto perverso di trascorrere le ferie in prigione. Benvenuti al «Grand Hotel P.G.» (che non sta per «Principe di Galles», ma per «Patrie Galere»).

La nuova moda è trasformare ex penitenziari di massima sicurezza a 5 sbarre in eleganti resort a 5 stelle. Servizio ristorante versione-exclusive lì dove un tempo il rancio prevedeva la solita sbobba; camere con ogni comfort lì dove c’erano celle ammuffite; servizi di animazione non-stop lì dove l’unico diversivo era l’ora d’aria. Il brivido del carcere trasformato in albergo di lusso piace ai turisti che presto potranno pernottare nell’edificio-simbolo delle galere a prova di evasione: la fortezza di Alcatraz, alias «The Rock» («la roccia»), alias «The Bastion» («la fortezza»). Ma se un tempo da Alcatraz («pellicano», in spagnolo) era impossibile fuggire, ora sull’isola potranno volare anche sposini in fuga d’amore o - ancora meglio - coppiette galeotte. Particolarmente gradite, le coppiette galeotte.

È il progetto dell’Us National Park Service, che attualmente gestisce l’inespugnabile cittadella sull’isola di fronte a San Francisco. Il luogo concepito e attrezzato per la detenzione di criminali del calibro di Al Capone diventerebbe un punto di riferimento per facoltosi villeggianti, come scrivono i giornali Usa Today e San Francisco Chronicle.

La transizione sarebbe del resto graduale: dopo il 1963, infatti, la prigione e l’isola di Alcatraz sono diventati un’attrazione turistica, la più popolare di San Francisco dopo il Golden Gate, capace di attirare un milione e mezzo di visitatori l’anno.
E le guardie che si incontrano sull’isolotto sono la stessa tipologia di ranger che lavorano al Grand Canyon o allo Yosemite Park. «La gente continua a dirci che vorrebbero vedere di più sull’isola» spiega il portavoce del National Park Service, Rich Weideman. Un hotel, quindi sarebbe «un’esperienza che facilita e completa l’accesso dei visitatori al sito».

Fino ad oggi, in effetti, l’isolotto è raggiungibile con un battello, che salpa regolarmente dal porto turistico della città californiana. Per i turisti, c’è solo la possibilità di fare una gita di un paio d’ore e ritorno, che non consente di visitare l’intera isola e di ammirarne le bellezze naturali.

L’isola si estende per cinque ettari, di cui diverse parti non sono attualmente aperte al pubblico.

Ci sarebbe poi la possibilità di osservare la fauna locale, oltre che di visitare alcuni locali della prigione, al momento chiusi, come il cinema in cui i detenuti erano costretti a guardare il classico di Fred Zinnemann, Da qui all’Eternità.
Così, tanto per tirare su il morale degli ergastolani.

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