Milano - E ora dovrebbero rinchiudersi nella grotta di Lourdes. La battuta è scontata, però non così campata in aria. Dopo che lunedì sera la Madonna ha avuto la meglio sui grandi fratellini di Cinecittà, come minimo viene da chiedersi se il principe dei reality ha bisogno di un miracolo per sopravvivere. Certo, si sa, il Grande Fratello è arrivato all’ottava edizione e, cara grazia, che resiste e lotta insieme a Canale 5, però è indubbio che i dati di ascolto inducano a una riflessione. Veniamo a lunedì: lo speciale Porta a porta sui 150 anni della Madonna di Lourdes ha richiamato su Raiuno 5 milioni e mezzo di persone con grande giubilo di Vespa che, però, ben sa che fare ascolto con santi e papi e madonne in Italia è quasi un gioco da ragazzi. Il Grande fratello, su Canale 5, che è durato quaranta minuti in più e quindi ha fatto più share (22,57 contro il 21,53) ha totalizzato 5 milioni 128mila persone. Un risultato certo da non buttar via. Ma il fatto è che il reality è calato dal 27 per cento della prima puntata al 22,5 della quarta passando per un 21,5 della terza. Se poi andiamo indietro negli anni degli share gloriosi al 30-35 per cento il paragone diventa impietoso, ma anche improprio visto che ormai nella tv generalista (assediata dalla concorrenza di satellite, internet e telefonini) arrivare a risultati del 23-24 per cento è un miracolo. Comunque, questo Gieffe è in sofferenza, è morto o ha un glorioso futuro? Gli esperti dicono che in questa edizione si sono fatti diversi errori: troppi concorrenti, troppa confusione, troppe case, l’inserimento di un’intera famiglia che si è rivelata un corpo estraneo. Dalla Endemol, la casa produttrice, si fa anche notare che il cambio di giorno, dal tradizionale giovedì al lunedì (solitamente deputato alle fiction), ha penalizzato il reality di almeno due punti di share. A difendere Gieffe ci pensa, ovviamente, Massimo Donelli, direttore di Canale 5. «Altro che morto - ribatte - il Grande Fratello resta un caposaldo del nostro palinsesto. A noi interessa il target commerciale: tra i 15 e i 64 anni il reality va ancora fortissimo, arriva al 26,9 per cento».
Ma anche nella fascia pregiata c’è stata una flessione.
«In questa tv così frastagliata va più che bene. E comunque non si può parlare di morte di un genere, ma di necessità di uno sfruttamento più ragionato: per un po’ di tempo si è paciugato troppo con i reality».
I più giovani preferiscono seguire le avventure dei vecchi film di Boldi e De Sica su Italia Uno...
«Be’, più che un danno mi sembra uno scambio virtuoso tra reti Mediaset».
Però, ammetta, qualche errore c’è stato...
«Non ho alcun timore di dirlo. La famiglia si è rivelata un elemento di disturbo nella sintassi del programma. Ma la rotta è stata invertita: la puntata dell’altra sera era più calda, viva, commovente».
Non è facile governare il palinsesto di Canale 5: si va da boom come i
Cesaroni e Amici a show in sofferenza come La sai l’ultima? e Bagaglino...
«Cesaroni è esplosivo, lo show della Cuccarini va bene tra i giovanissimi, Gabbia di matti oggettivamente non riesce a intercettare il nostro target».
I prossimi lunedì su Raiuno il Gieffe si scontrerà con Caravaggio, Sanremo e Maresciallo Rocca...
«Dopo aver affrontato la Madonna, che cosa ci può spaventare?».
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