da Roma
L'inchiesta di Woodcock non ci tocca. È il ritornello ripetuto a più riprese dagli affiliati al Grande Oriente d'Italia. Lo ha ribadito oggi Massimo Bianchi, Gran maestro aggiunto della maggiore istituzione libero muratoria italiana: «Nessuno tra i 24 nominativi indagati dal pm di Potenza appartiene alla nostra loggia». E precisa che l'organizzazione di Palazzo Giustiniani «condanna ogni forma associativa che, utilizzando del tutto impropriamente e abusando della denominazione Massoneria, persegue fini contrari a quelli professati dalla Libera Muratoria». Fini, quelli dellantica loggia massonica, che non sono «affaristici, né di occupazione delle cosa pubblica, né di inquinamento delle attività economiche». Niente logge segrete nel Goi, dunque. È la stessa linea che venne tenuta trentanni fa, quando esplose il caso della P2. Ed è la stessa da subito portata avanti da Gustavo Raffi, il Gran maestro che aveva invitato, all'apertura dell'inchiesta di Woodcock, a non gridare alla «massonopoli». Raffi aveva subito risposto alle accuse di massoneria «deviata» e aveva polemizzato con la richiesta di Woodcock di ottenere da tutte le prefetture l'elenco delle logge e i nominativi degli appartenenti.
Anche questa inchiesta del pm potentino, insomma, è destinata a scatenare polemiche.
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