Marco Pannella ha sospeso lo sciopero della sete, iniziato domenica scorsa in aggiunta a quello della fame che dura ormai da 66 giorni, contro il sovraffollamento delle carceri italiane e per unamnistia che «riporti lItalia nella legalità umanitaria e del diritto». A convincere lottantaduenne leader radicale, che per volere dei medici si trova nella clinica romana di Santa Maria della Mercede, sono state le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una lettera inviatagli giovedì scorso «ha voluto riconoscere ufficialmente senso e valore della mia e della nostra lotta», ha detto Pannella, a sostegno della cui iniziativa ieri si è svoltp un sit-in dei radicali davanti al carcere di Sollicciano, a Firenza.
Uno spiraglio che però lesecutivo chiude subito, pur senza usare modi bruschi. «Lamnistia è impossibile, mentre una riflessione sullo stato delle carceri è praticabile», dice il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che sulla seconda parte della sua affermazione così rassicura il leader radicale: «Alfano è andato a trovare Pannella proprio per testimoniare questo tipo di attenzione». No secco anche da Luigi Vitali, responsabile per il Pdl dellordinamento penitenziario, che pure si dice «assolutamente daccordo con Pannella che, da par suo, pone allattenzione del Paese la grave situazione delle nostre carceri. Lunica cosa che non condivido è il ricorso nuovamente allamnistia per risolvere questa piaga». «Premetto che nel 2006 - ha continuato Vitali - pur esponente di opposizione, ho votato convintamente la proposta dellallora guardasigilli per unamnistia.
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