Una grande sfida che ha reso Milano ancora più grande

di Giannino della Frattina

Beppe Sala è il nuovo sindaco di Milano. Buon lavoro a Beppe Sala e l'augurio che possa essere il sindaco di tutti i milanesi. Anche perché dovrà esserlo in una Milano che proprio con il suo duello, duro ma corretto e di altissimo livello con il candidato del centrodestra Stefano Parisi, ha dimostrato non solo di poter essere, ma anzi di dover essere la vera capitale (e non solo economica) d'Italia. Se Sala durante questa campagna elettorale ha fatto qualche brutto scivolone che anche questo giornale non ha mancato di sottolineare, c'è da essere certi che saprà farne tesoro. E magari col tempo saprà completare la sua, per la verità ancora piuttosto incompleta, mutazione da manager e leader d'azienda in uomo delle istituzioni. Roba delicata Che impone ben più rispetto e modi meno spicci di una fabbrica di pneumatici o anche di un'esposizione universale. Perché quando si maneggia la res publica, il fine non giustifica i mezzi.

Detto questo, non ci sarà bisogno di grandi analisi dei flussi elettorali per capire che queste elezioni hanno battezzato una valanga grillina che ha travolto tutto. Tutto meno Milano, dove due candidati credibili, toni moderati, un centrodestra unito e allargato, ma soprattutto qualche lustro di buona amministrazione hanno battuto l'antipolitica e l'assalto al Palazzo. Per il resto è chiaro che mentre a Roma e a Torino gli elettori di centrodestra hanno appoggiato i candidati a 5 Stelle, gli elettori a 5 Stelle non hanno appoggiato il centrodestra di Parisi a Milano. Preferendo astenersi e facendo diventare decisivi i voti dei radicali e della sinistra-sinistra di Basilio Rizzo.

Una cambiale della quale ora Sala dovrà tener conto.

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