Il grande tennis nel segno dello «zio Giorgio»

Il grande tennis nel segno dello «zio Giorgio»

Una cosa è sicura, fra le tante in gioco in questo «Aon Open Challenger» di tennis che va in scena da domani a domenica, a Valletta Cambiaso: è sicuro che questa nona edizione del torneo sarebbe piaciuta molto, moltissimo, a Giorgio Messina, cui gli organizzatori dell’evento - ché di autentico, prestigioso evento internazionale si tratta - hanno dedicato la manifestazione da tre anni a questa parte. Cioè da quando lui, Giorgio, ha lasciato per sempre la gara della vita. Appena in tempo, però, lui che era appassionato e anche bravo a destreggiarsi con la racchetta (almeno quant’era bravo e appassionato a destreggiarsi con il mare, le navi e tutto l’insieme dell’economia marittima), per tracciare ancora una volta il cammino di un’avventura sportiva e umana promossa e organizzata dal «suo» circolo, il Tennis Club Genova.
Non solo: Giorgio Messina, perfettamente solidale con la famiglia di imprenditori dello shipping e giudiziosi mecenati, voleva che fosse proprio Genova a ospitare una manifestazione d’eccellenza, che fosse proprio quella che sentiva profondamente la sua città a «sposarsi» indissolubilmente col grande sport e gli altrettanto grandi protagonisti. C’è riuscito, lo «zio Giorgio» - come l’hanno sempre chiamato i nipoti, a loro volta diventati «timonieri della casa», la «Linea Messina», e di tante altre iniziative imprenditoriali - quando ancora teneva ben salda in mano la racchetta e le cariche di vertice in ambito sportivo: presidente - per 22 anni consecutivi! - del Tennis Club Genova, storico sodalizio fondato nel 1893 che lui contribuì decisamente a far crescere, e soprattutto propugnatore instancabile dei più importanti appuntamenti tennistici genovesi degli ultimi decenni.
Lo hanno ricordato così, Giorgio, tennista e imprenditore, quanti hanno partecipato ieri a vario titolo alla presentazione dell’Aon Open Challenger al Circolo degli Orti Sauli: dall’attuale presidente Rodolfo Lercari al numero uno del Comitato organizzatore, Mauro Iguera; dall’assessore comunale Stefano Anzalone all’amministratore delegato di Aon Italia, lo sponsor principale, Carlo Clavarino; dal presidente del Coni regionale Vittorio Ottonello al direttore tecnico Giorgio Tarantola. E al nipote di Giorgio, Stefano, che appartiene alla generazione giovane dell’impresa, ma, come tutti gli altri membri della famiglia «a bordo della stessa barca», mostra di condividere la consapevolezza di determinati valori. Quelli, appunto, che lo zio Giorgio interpretava, sulla terra battuta e in campo imprenditoriale, con identica coerenza.
Così il ricordo, la stessa intitolazione dell’Aon Open Challenger come «Terzo Memorial Giorgio Messina», non hanno proprio nulla di retorico, né di nostalgico. La memoria serve, invece - è stato ribadito più e più volte - a guardare avanti: a quei ragazzi, tanto per dire, che parteciperanno in questi giorni al Nike Junior Tour (categorie under 10, 12 e 14 anni, maschile e femminile), calcheranno il centrale della Valletta e verranno premiati in occasione della finalissima dei campioni davanti a duemila spettatori. E ancora: a quel gruppo di lavoro, composto da 184 entusiasti che vanno dai raccattapalle ai giudici e agli sponsor, impegnati da mesi a oliare l’evento e già proiettati all’edizione 2012. Per finire con tutti coloro, atleti compresi ovviamente - da Andreas Seppi a Carlos Berlocq, da Rui Machado a Filippo Volandri, da Stefano Galvani a Frederik Nielsen, a tutti gli altri concorrenti -, che hanno creduto in una manifestazione, la maggiore in Italia dopo gli Internazionali di Roma, in grado di dare un ritorno considerevole anche alla città che la ospita.

In questo senso, è ancora Stefano Messina a ricordarlo, i «numeri grandi», il monte premi da 100mila dollari, il costo complessivo del torneo che supera i 500mila dollari, passano in seconda linea. Come avrebbe certamente voluto lui, Giorgio. Prima di schiacciare l’ultima volée.

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