Gravina, l’ultimo saluto ai fratellini

La polizia: «Forse quel giorno c’erano altri ragazzi, volevano girare un video sulla casa»

da Gravina (Bari)

Si è avvicinato e ha abbracciato le bare bianche sistemate nella Cattedrale, ha versato lacrime di dolore e commozione, poi si è seduto stringendo un rosario tra le mani: così, dopo quasi due anni scanditi da rabbia e disperazione, Filippo Pappalardi si è stretto ai suoi figli, Ciccio e Tore, i ragazzini di 13 e 11 anni scomparsi il cinque giugno del 2006 a Gravina in Puglia e trovati senza vita nella cisterna di un’antica residenza nobiliare abbandonata. Ieri le salme sono state riportate in paese: erano passate da poco le tre del pomeriggio quando i carri funebri sono giunti in questa cittadina arrampicata sulle colline della Murgia barese, dove per lungo tempo si sono rincorsi sospetti e accuse. Sulle bare sono stati poggiati gigli e rose bianche, oltre alle fotografie dei ragazzini, immagini di Ciccio e Tore vestiti come nel giorno della scomparsa, quando sono usciti di casa e sono stati risucchiati nel buio della cisterna.
La veglia in Cattedrale, dove è stata allestita la camera ardente, è cominciata alle 18 ed è proseguita fino alle 23: decine di persone hanno voluto raggiungere la chiesa per l’ultimo saluto ai fratellini, un doloroso pellegrinaggio verso quelle due bare bianche. Non c’era la madre, Rosa Carlucci, che sarà presente ai funerali fissati per le 16 di oggi, giornata di lutto cittadino. «Ciccio e Tore sono nelle braccia di Gesù, come i bambini della Palestina», ha detto il vescovo, monsignor Mario Paciello, che officerà la cerimonia funebre. Ieri sera è arrivata in chiesa anche la dirigente del commissariato di Gravina, Laura Bruno. «Sono qui come mamma», ha detto.
Da giorni la gente del paese manifesta solidarietà al padre, arrestato con l’accusa di aver ucciso i figli e aver fatto poi sparire i cadaveri. Ma dopo il ritrovamento dei corpi lo scenario investigativo è completamente cambiato e Pappalardi è stato scagionato: prima è stato posto ai domiciliari per il reato di abbandono di minorenne seguito da morte, poi è stato rimesso in libertà su richiesta della procura. I medici legali non hanno dubbi: è stato un incidente, Ciccio e Tore stavano giocando in quella residenza e sono precipitati nel pozzo.

La polizia non esclude che con loro ci fossero altri ragazzini: in quattro avevano appuntamento proprio il 5 giugno per girare un film amatoriale in quel labirinto di baracche. Ma gli amici dei fratellini hanno sempre detto di aver rinunciato a quel pomeriggio di giochi e di non essere più andati nella masseria.

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