Stile

«Grazie all'anima greca sono diventato libero»

«Avendo studiato gemmologia e glittica e seguendo le tracce della tradizione di famiglia, era del tutto naturale che approdassi alla creazione di gioielli - racconta Nikos Koulis, ateniese, tra i più affermati jewel designer dell'ultima generazione a livello internazionale -. Credo che la mia cerchia più intima lo sapesse ancor prima di me che questo sarebbe diventato il mio lavoro. Disegnare gioielli mi ha aiutato a divenire una persona libera e realizzata e ad esprimere me stesso in una maniera tangibile, che riassume il mio peculiare senso estetico e la mia idea di un lusso che non sia mai ostentato o facile. Mi sento come un alchimista, come un demiurgo di suggestioni e desideri. Viaggio di continuo per il mondo, ma vivo ad Atene. Non potrei cambiare la Grecia con nessun altro luogo. È semplicemente la mia casa, significa continua ispirazione, appartenenza atavica e simbolica, fede, musica, storia, luce. Ho esperito molte fonti di ispirazione, ma posso affermare che le geometrie Art déco e i colori di retaggio mediterraneo sono i comuni denominatori di tutta la mia poetica. La Grecia, oltre a quell'incredibile accumulo di bellezza e cultura che è, possiede una straordinaria tradizione nella gioielleria, che rispetto e che spesso, in modo filtrato e astratto, si riflette nel mio segno. Non posso che essere appassionato della nostra incredibile vicenda artistica antica, ma guardo molto anche alla ricerca delle avanguardie '70 e alla leva contemporanea. La mia cifra estetica - afferma Nikos Koulis, la cui visione autonoma, insieme purista e opulenta si riflette nel décor delle boutique del brand - risulta da un mix and match di tratti, materie, forme e influenze. Credo in una nuova declinazione di classicità, non creo mai nulla senza partire da una base tematica che ne ripensi i codici. Prediligo linee pure, pulite e cerco di catturare al massimo la luce. Un monile deve farti splendere. Il mio è un processo basato sull'ispirazione e sull'atto creativo, una combinazione inattesa che traduce il potenziale della materia nella comprensione del corpo».

CCun

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