Roma

«Grazie a don Silvestro chiudo i conti con papà»

La prima volta di Gianluca Guidi con Aggiungi un posto a tavola è stata da baby spettatore quando a sette anni, seduto in platea al Sistina accanto alla mamma Lauretta Masiero, si fece rapire dal sogno di una favola antica ambientata in un borgo montano minacciato dal diluvio. «Fu una folgorazione. Era l’8 dicembre del ’74 e a fine rappresentazione pensai di farmi prete, perché non avevo capito il trucchetto del voto di castità. Con gli anni ho cambiato idea, sono diventato ateo, ma ho scelto di indossare la tonaca di don Silvestro soprattutto per affetto: questa commedia chiude un cerchio». Sorride Gianluca Guidi, protagonista, 35 anni dopo, nel ruolo che fu di suo padre Johnny Dorelli (regista della ripresa teatrale) nella commedia aurea di Pietro Garinei e Sandro Giovannini scelta per festeggiare i 60 anni del Teatro Sistina. Una doppia celebrazione, da brivido, che l’attore figlio d’arte si prepara a vivere senza ansia da prestazione, ma con la consapevolezza di portare con sé, sul palco, anche l’ombra paterna. «Scordatevi che io somigli a Gigi Proietti - scherza Guidi - nel mio dna, ma soprattutto nelle orecchie ho la voce inconfondibile di mio padre che risuona. Essere diretti da lui? Aspetto questo momento con trepidazione ma so che non sarà un rapporto padre-figlio bensì regista-attore. Che vuol dire meno confidenza in scena e, magari, cena insieme dopo lo spettacolo.
Accanto ai veterani Enzo Garinei e Gianluca Guidi - con la voce di lassù Renato Turi - reciteranno Marco Simeoli (Toto), Valentina Cenni (Clementina), Titta Graziano (Ortensia) e Andrea Carli (cardinal Consalvo). Giovani talenti che dovranno confrontarsi coi nomi di Paolo Panelli, Carlo Croccolo, Alida Chelli, Bice Valori. "Considero questa commedia un punto di arrivo e di partenza - flauta Maurisa Laurito, che vestirà i panni allegri di Consolazione - alla morte della Valori, quando Pietro Garinei mi offrì la parte rifiutai. Non mi sentivo all’altezza della sostituzione. Ripensando a quel no, penso di aver fatto una grandissima cavolata ma oggi sono felice di aver detto sì a Enzo Garinei». Quarantacinque edizioni straniere, per un totale di oltre 5 milioni di spettatori; nove mesi di repliche a San Paolo del Brasile solo nel 2005. Cifre che la dicono lunga sulla popolarità di una fiaba dai contenuti alti. «Merito del protagonista che per me è Dio, ma un dio moderno che ama gli uomini, non un bacchettone. Un dio che vuole gioia per l’uomo che ha creato, non la valle di lacrime» spiega Jaja Fiastri, co-autrice della commedia liberamente ispirata a After me the deluge di David Forrest, con musiche di Armando Trovatoli, coreografie di Gino Landi e scene di Giulio Coltellacci, che pur mantenendo l'impianto visivo originale promette sorprese. «È un testo moderno che parla d’accoglienza, un tema attuale oggi - prosegue l’autrice - quando scrissi Pane e cioccolata affrontai il tema degli extracomunitari dal nostro punto di vista. Oggi che gli italiani sono gli accoglienti dovrebbero ricordare cosa si prova ad essere migranti».


Al Sistina da domani.

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