Franco Sala
Il timbro della voce, deve essere tassativamente né troppo alto né troppo basso: giusto. È sufficiente che tutti, di ogni fede calcistica, sentano le parole: «Buongiorno io sono uno juventino». Replica del ristoratore: «Prego si accomodi, lei oggi non paga». Così per tutta la vita. Giovanni Sandrè, 50 anni, di Verano Brianza, interista come pochi, nel 2002, aveva solennemente promesso e forse profetizzato allamico-nemico bianconero una cosa: «Il giorno che finirete in B avrai diritto a mangiare nel mio locale senza pagare una lira». Parola mantenuta. Alessandro Zamburlini, 52, anni residente a Milano, consulente finanziario con studio in Brianza, quando arriva lora di pranzo dopo la «recita», contenuta tra le clausole, saccomoda al tavolo e consuma. Non ha limpiccio di sfilare il portafogli e riparte per il lavoro. «La colazione gli va di traverso. Sono sicuro aggiunge Sandrè -. E non potete immaginare quanto sia felice. Lo avevo avvertito: quando salteranno fuori le vostre magagne sarò talmente contento di offrirti il pranzo per tutta la vita». Linterista viscerale parla, racconta la storia: «Viene a pranzo da noi da oltre dieci anni. Le nostre scommesse sono sempre state al contrario». In che senso? «Semplice, quando perde la mia Inter, lui paga un pranzo a me e viceversa. Per gli scontri diretti ci sono in palio quattro consumazioni complete. Finora, ho mangiato parecchio e lui pagava.
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