Grazie suore, il vostro amore non è sprecato

(...) le sue condizioni fisiche generali fossero buone e come vivesse senza l'ausilio di alcun macchinario. In quelle occasioni mi sono chiesto il perché della vostra generosa dedizione: affetto, pietà cristiana o anche profonda solidarietà umana motivata dal rispetto dovuto a ogni persona, soprattutto se fragile e debole? Vorrei che il clamore attorno ad Eluana cessasse e si aprisse lo spazio della preghiera, della riflessione. È necessario un rispetto sincero per le persone coinvolte, un rispetto autentico perché inscindibilmente connesso con quello per i valori e le esigenze che derivano dalla dignità personale di ogni essere umano. Lo si deve anche alle altre situazioni di gravi fragilità che vedono coinvolte molte famiglie, che testimoniano silenziosamente generosità e amore. Occorre stare dalla parte della vita in ogni stadio di sviluppo e in ogni condizione di esistenza. Occorre stare dalla parte degli ultimi, i più fragili e incapaci di farsi valere nei loro diritti: i diritti dei deboli non possono né devono essere «diritti deboli» e, dall'altra parte, i pur comprensibili desideri ed emozioni non possono pretendere di diventare diritti. Occorre ricordare, infine - e la Chiesa sente la necessità di richiamarlo con forza - che, al di là e al di sopra della legge positiva degli uomini, sta la legge che Dio ha indelebilmente stampato nel cuore di ogni uomo e donna: legge che sola può assicurare l'ordinata e pacifica convivenza sociale.

Care Suore, so che queste non sono per voi affermazioni di principio, ma verità che sostengono il vostro concreto agire per gli ultimi. Di questo esempio vi sono grato, assicurandovi la mia vicinanza nell'affetto e nella preghiera, insieme a tutta la Chiesa ambrosiana.
*Arcivescovo di Milano

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