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«Grazie a Xme Protezione la vita diventa più serena»

L'ad di Intesa Sanpaolo Assicura: «Venti moduli per coprire tutti i bisogni. E gli sconti sono automatici»

Gian Maria De Francesco

Dottor Alessandro Scarfò, amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo Assicura, l'Italia è caratterizzata da un evidente gap assicurativo con il resto d'Europa. Come interpreta il trend?

«La spesa assicurativa per i prodotti assicurativi di Protezione nel nostro Paese equivale a 2 punti di Pil, circa 35 miliardi di euro, dei quali la metà è legata all'Rc Auto, mentre il resto è rappresentato soprattutto da polizze per la protezione della Casa e della Persona. Dunque, mancano circa 20 miliardi di premi per raggiungere gli stessi valori di spesa di Francia e Spagna che viaggiano sui 3 punti di PIL annui per i prodotti di Protezione».

Perché, secondo lei, prevale la sottoassicurazione nei rami Danni non auto?

«Si tratta di un bisogno assicurativo che le persone non avvertono in modo chiaro e che è necessario far emergere. Le compagnie assicurative tradizionali hanno puntato prevalentemente sull'Rc Auto, perdendo un po' l'opportunità di investire sulle reti secondarie. Il gruppo Intesa Sanpaolo può raccogliere questa sfida potendo contare su 4.300 sportelli, 30mila gestori e sulla conoscenza delle esigenze dei suoi 12 milioni di clienti. Seguiamo i loro investimenti e gestiamo i loro debiti e, quindi, siamo anche in grado di valutare e proteggere il loro rischio. Un investimento, infatti, è più efficace se si coprono i potenziali rischi durante la fase di accumulo degli asset. In caso contrario, il cliente continuerà a tenere del denaro da parte per necessità impreviste, ma rischia di perdere delle opportunità. Investendo sulle polizze invece c'è la possibilità di gestire meglio i propri risparmi».

Il Piano di impresa al 2021 punta sulle assicurazioni: Intesa mira a diventare una delle prime quattro compagnie Danni in Italia e la prima per i prodotti non motor dedicati ai clienti retail.

«Il nostro obiettivo è sviluppare i rischi non auto in una logica di lifecycle per rispondere in ogni momento ai bisogni assicurativi che si incontrano nel corso della vita. Da questo tipo di scelta concreta nasce XME Protezione, un sistema di offerta con 20 moduli che coprono tutti i macro-ambiti di bisogno assicurativo - casa e famiglia, tutela, salute e infortuni - in un unico contratto. L'acquisto di più offerte comporta l'applicazione di sconti automatici. Il pagamento, poi, avviene su base mensile di modo che il costo della polizza non rappresenti un esborso eccessivo. Inoltre, i moduli delle polizze possono essere facilmente modificati con un sistema di personalizzazione delle coperture in aumento e in diminuzione durante la vita del contratto. Il gestore pianifica il check della polizza a scadenze prefissate. Così l'assicurazione diventa qualcosa di molto simile a una gestione patrimoniale».

In che modo operano i consulenti assicurativi?

«Il gestore propone un questionario assicurativo, strutturato in base alla nuova direttiva Idd, al quale il cliente risponde dichiarando i propri bisogni e le coperture già possedute. Il nostro sistema imposta la proposta in funzione dei bisogni assicurativi residui e il gestore interviene con la sua componente di esperienza».

Nell'orizzonte di piano sono previsti 300 milioni di investimenti sul modello di banca assicurazione.

«Intesa Sanpaolo punta su tre pilastri: formazione, supporto e sistemi. Il gruppo ha effettuato un grande investimento sulla formazione organizzando corsi per tutti i 30mila gestori e per tutte le filiali della Banca dei Territori. L'altro tema è il supporto: 220 specialisti assicurativi in grado di aiutare tecnicamente le nostre reti. Infine, c'è una grande attenzione all'evoluzione tecnologica: dal machine learning ai data analytics».

Negli ultimi quattro anni Intesa Sanpaolo Assicura è crescita di oltre il 20%, sia in termini di premi, che in termini di utile netto. Quali sono le prospettive?

«Dopo aver registrato un Cagr al +27% sui premi ed al +24% sull'utile netto intendiamo, in primo luogo, centrare gli obiettivi del nuovo piano. Ma, osservando la nostra dinamica dal punto di vista sociale, è evidente il nostro contributo all'aumento della consapevolezza di famiglie e imprese sul fatto che non si possa più considerare lo Stato come l'unico supporto, perché lo spazio del welfare pubblico si sta ritraendo. Oggi non si può più contare solo sullo Stato per ripristinare i danni causati da una catastrofe naturale. Questo discorso vale ancor di più per le pmi, che sono assicurativamente fragili in quanto più attente a spendere poco che non a coprire effettivamente i propri rischi.

Si tratta di far comprendere anche agli imprenditori che un'impresa solida assicurativamente crea le condizioni per migliorare la qualità del proprio credito».

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