La Grecia e le banche mandano ko Piazza Affari Dall'inizio del 2011 gli indici cedono già l’1,5%

Dopo i primi 150 giorni dell’anno gli indici di Milano cedono l’1,5%: a metà febbraio guadagnavano il 13%. Senza le offerte su Parmalat e Bulgari la performance sarebbe stata molto peggiore. Pesano gli 11,5 miliardi di aumenti. I crolli di Bpm, Upi, Banco. Fa eccezione Mediobanca

La Grecia e le banche mandano ko Piazza Affari
 
Dall'inizio del 2011 gli indici cedono già l’1,5%

Salvatore Campo

Aspettando la Grecia, Piazza Affari si rimangia tutti i guadagni del 2011, che in febbraio erano arrivati sopra il 13%, e va in negativo. L'indice Ftse All Share, dopo i primi 150 giorni dell’anno, segna un calo dell’1,5%; in linea con l’indice dei titoli principali (Ftse Mib). Ma la flessione è contenuta solo grazie a una serie di operazioni straordinarie, altrimenti sarebbe stato un disastro. Dietro questa piccola variazione si celano i crolli delle banche e dei finanziari, compensati dall'andamento di titoli come Bulgari e Parmalat che sono balzate sulla scia delle Opa lanciate da Lvmh e da Lactalis. «Non ho mai creduto in un rialzo della Borsa in questi primi mesi - spiega un gestore di lungo corso - perché quello che sta succedendo nel mondo arabo ha alterato gli equilibri spingendo al rialzo il prezzo del greggio. Oltre al fatto che la correlazione fra economie tradizionali e quelle emergenti, che vivono con un problema reale di inflazione, è ormai molto stretto». Va detto che in Europa siamo in buona compagnia: -2,4% la Borsa di Parigi, -4% Londra, meglio Francoforte (+1,1%). Mentre il Dow Jones da inizio anno ha fatto +2,4%. Effetti della globalizzazione. Ma l'Europa sta facendo i conti con un problema ben più grosso: il rischio di un default della Grecia. Proprio il problema del debito di Atene è una delle cause che ha fatto crollare tutto il settore bancario italiano, che da inizio anno perde il 10%. Se da una parte ci sono timori di svalutazioni pesanti sui titoli di Stato greci in portafoglio, dall'altro le banche sono state penalizzate anche dalla sfilza di aumenti di capitale annunciati: oltre 11,5 miliardi.
Passando al setaccio le perfomance da inizio anno di alcuni istituti, colpisce il tracollo della Banca Popolare di Milano, che ha ceduto più del 37%. L'istituto deve ricapitalizzare per restituire i Tremonti bond, ma soprattutto è alle prese con i rilievi di Bankitalia che ha contestato la classificazione di oltre un miliardo di crediti dubbi. Rilievi che se fossero accolti in toto e trasferiti sul bilancio 2010, azzererebbero l'utile dello scorso anno. Performance simile per il Banco Popolare (-35%), alle prese con un aumento di capitale da 2 miliardi, e per Ubi (-30%), che ha lasciato di stucco il mercato annunciando una ricapitalizzazione da un miliardo. «Una vera doccia fredda, commenta il gestore, perché quella era l'ultima banca da cui ci si attendeva un aumento di capitale». Contenuta, invece, la flessione di Intesa, nonostante abbia bussato al mercato per chiedere ben 5 miliardi. «La banca - prosegue il gestore - ha fatto la scelta migliore per rafforzare i ratio patrimoniali: o lanciava un aumento di capitale o rischiava di svendere i propri asset, e il mercato ha capito che la direzione scelta dal management era corretta». Fuori dal coro si è mossa Mediobanca (+5%) regista di alcuni di questi aumenti di capitale, che per l'istituto guidato da Alberto Nagel si traducono in commissioni.
Il calo dei finanziari è stato compensato dal balzo di Bulgari e Parmalat. La prima è stata rilevata con un'Opa dai francesi di Lvhm e il titolo registra da inizio anno un +50%, mentre Parmalat segna un progresso nello stesso arco di tempo del 25%. Senza questi due titoli, oltre ai forti rialzi di Geox (+20%) e Lottomatica (+38%) che venivano da quotazioni ridotte all'osso, il bilancio dei primi mesi di Piazza Affari sarebbe ben più pesante. Cosa attendersi da adesso in poi?
Difficile da dirsi. Gli analisti si spingono a previsioni mensili, di brevissimo termine. Ma nonostante il quadro macroeconomico non sia dei migliori, con l'economia Usa che ha rallentato il passo e il Giappone che dovrebbe registrare nel 2011 un Pil negativo per l'effetto terremoto, le attese sono positive. Le banche trattano a multipli bassissimi e sono un'occasione d'acquisto, ripetono gli analisti, che puntano sugli istituti di credito anche in vista della chiusura della partita che si sta giocando sulla Grecia.

L'annuncio della sistemazione del debito di Atene darà lancio ai finanziari che spingeranno al rialzo il mercato. Sarà, ma quei 23.741 punti toccati dal Ftse (o i 23.178 del Mib) il 17 febbraio scorso sono ben lontani dall'essere riconquistati.

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