Il secondo piano di aiuti per la Grecia potrebbe ammontare a oltre 80 miliardi di euro, di cui 25 a carico di banche e altri creditori privati. È il ministro delle finanze del Belgio, Didier Reynders, a dare nuovi dettagli sulle cifre (peraltro vicine a quelle circolate finora), ma soprattutto il segnale che limpasse sul coinvolgimento dei privati nel nuovo piano di salvataggio di Atene - dopo lo strappo tra Berlino e la Bce - è in via di soluzione. Magari facendo anche ricorso «a una pressione dolce sugli investitori privati» ammette Reynders. Resta da vedere «a che livello il settore privato sarà implicato nelloperazione - spiega - ci auguriamo di raccogliere 25 miliardi per i greci da parte di banche, società di assicurazione e fondi pensione, ai quali si chiede amichevolmente di prolungare i prestiti esistenti.
Se necessario, eserciteremo una pressione dolce su questi investitori privati». Uno dei requisiti chiave è infatti la volontarietà del contributo, altrimenti - avverte la Bce - si verrebbe a configurare una situazione di default.
Parigi avrebbe fatto pressioni sulle banche francesi riuscendo a strappare lok a un riscadenzamento del debito ellenico.