Economia

"Con la Grecia a rischio l’idea di Unione europea"

Il direttore del Mip Politecnico di Milano, Gianluca Spina, legge la crisi della Grecia: "E’ una situazione gravissima. Se la Grecia dovesse fallire si andrebbe probabilmente verso la crisi dell’euro". Poi salva l'Italia: "Non lasciamoci travolgere dai soliti complessi di inferiorità"

"Con la Grecia a rischio l’idea di Unione europea"

Milano - "E’ una situazione gravissima. Il default di un membro dell’Unione europea è qualcosa alla quale l’opinione pubblica non è preparata. Un conto è usare lo spettro del fallimento per estorcere ai greci i sacrifici necessari, un conto è pensare seriamente di lasciar fallire uno Stato membro". Nel giorno in cui l'Unione europea e l'Fmi trovano un accordo comune per far fronte alla crisi economica greca, Gianluca Spina, docente di management e direttore del Mip Politecnico di Milano, traccia un quadro tutt'altro che roseo per il Vecchio Continente: "Se così accadesse si andrebbe probabilmente verso la crisi dell’euro, una cosa che non può far bene a nessuno, nemmeno alla grande Germania".

Professor Spina, cosa sta succedendo in Europa?
"Portogallo e Spagna sono a un passo dalla situazione greca. Non sono solo i latini ad avere problemi enormi di debito pubblico, c'è l'Irlanda e chiunque vinca le elezioni inglesi si troverà immediatamente di fronte a una voragine nei conti di Sua Maestà. I sacrifici necessari per i greci saranno elevati in termini di riduzione del tenore di vita, impatto sociale, drastica riduzione delle spese improduttive del settore statale che mantiene molte famiglie. Tuttavia occorre che questi sacrifici siano percepiti come affrontabili. Oltre un certo limite sarebbero i greci a preferire il default. Gli aspetti psicologici di questa vicenda sono importanti come gli aspetti tecnici e le risorse finanziarie. Bisogna salvare i greci, farlo presto, pretendere molto e metterli sotto tutela, ma non eccedere nell’umiliarli. E dar loro la sensazione che c’è una via d’uscita."

Dove possiamo ricercare le cause di questa crisi?
"In primis, la corruzione della classe politica e l’insipienza dei governi greci, in particolare di quello precedente; hanno illuso e malgovernato il loro Paese negli ultimi anni. Poi la complicità delle banche d’investimento che non solo hanno lucrato e speculato sul debito greco ma hanno collaborato a nascondere le informazioni e a truccare i dati sul debito pubblico. Infine, l’incapacità dell’Unione di vigilare e sanzionare comportamenti non virtuosi dei governi degli stati membri."

Quale il futuro dell'Unione europea?
"Il futuro per l’Eurozona è a un bivio. O l’Europa sceglie velocemente di salvare (a caro prezzo) la Grecia con il concorso del Fondo monetario, oppure la lascia fallire ma con ciò mette a rischio l’idea stessa di Unione europea."

Quali ripercussioni può avere questa crisi sull'Unione europea?
"La crisi, non solo quella greca ma tutta la crisi dal fallimento Lehman in poi, mette a nudo la realtà. E scopre un'Unione europea in mezzo al guado. Così com’è non può resistere alla corrente della Storia. La sola unione monetaria, senza una certo livello di coordinamento nelle politiche economiche e fiscali dei paesi, non regge alla tempesta della crisi. O l’Ue attraversa il guado, il che però implica una riduzione della sovranità dei singoli stati su spesa, politiche economiche, fisco, difesa e politica estera. Oppure torna indietro, il che può significare due cose: rinuncia alla moneta unica o riduzione del numero di stati membri a quelle economie forti e stabili in grado di stare nella moneta unica. Da questo punto di vista io penso che l’allargamento con l’inclusione di molti nuovi stati membri sia stato un errore storico. L’Unione è troppo grande e troppo ingessata così com’è."

Quali potrebbero essere le ripercussioni sull'Italia?
"Secondo me l'Italia ha interesse a premere assieme alla Francia sulla Germania per indurla al salvataggio della Grecia. L’Italia ha interesse a che l’unione monetaria non si sfasci. A mio avviso anche i tedeschi anche i tedeschi hanno questo interesse, ma almeno gli italiani ne sembrano più convinti."

Alcuni analisti sono convinti che l'Italia possa essere il prossimo Paese dopo il Portogallo a vedersi ridimensionato il rating. Può essere?
"Non credo. E soprattutto non lasciamoci travolgere dai soliti complessi di inferiorità. Ho già detto che a Nord c’è chi sta peggio di noi. C’è chi in due anni per salvare le banche ha accumulato un debito pubblico stratosferico, avvicinandosi a noi in questa triste classifica. Senza avere in compenso il nostro risparmio privato che ancora, sebbene in flessione, è la grande e straordinaria risorsa del nostro Paese." 

Cosa può fare il nostro governo?
"Nel breve agire con i grandi partner dell’Unione per salvare la Grecia. Mi sembra che stia facendo la sua parte in tal senso. Nel medio termine deve memorizzare la lezione greca e tenere i conti a posto. I conti sono sempre un saldo tra entrate e uscite. Il governo deve agire su entrambe: tagliare veramente la spesa improduttiva e recuperare risorse dal pozzo nero dell’evasione. Paradossalmente, l’evasione fiscale è una risorsa per il Paese: è un serbatoio dove attingere, se non per virtù, come è ovvio dal punto di vista etico, almeno per necessità. Non sono manovre popolari, ma il governo italiano ha tre anni di stabilità davanti e ha gli uomini competenti per fare entrambe le cose.

Può ripresentarsi alle elezioni tra tre anni con un Paese e un’economia più sani e forti."

Commenti