Oscar Eleni
Gli specchi ustionanti della Grecia di Ulisse Yannakis, lo spirito da toreri della Spagna di Pepu Fernandez, anima estudiantil nella Madrid più vera. Mondobasket nelle mani della vecchia Europa, che a Saitama regola qualche conto: i greci campioni continentali buttano fuori dalla finale gli Stati Uniti che anche nellisola della sconfitta hanno avuto la presunzione di considerare numeri e non uomini gli avversari; gli spagnoli accettano di andare davanti alle corna argentine, sfidano Ginobili e lasciano a Nocioni lultimo tiro ad 1 dalla fine, ma la festa è loro. Finale mondiale per chi aveva soltanto speranza, delusione a colori misti per gli Stati Uniti che continuano a trovare troppo anguste le arene del basket fuori dal loro circo, amarezza e stanchezza per lArgentina vincitrice dellOlimpiade 2004.
Piangono le ballerine che davanti alla cipria Nba perdono la virtù e il senso della misura. Li volevano campioni per vendicare il mondiale ad Indianapolis, penoso, lOlimpiade greca, sconcertante, ma pure questa volta niente da fare: avevano preso anche 12 punti di vantaggio nel 2° quarto, poi hanno gigioneggiato e tutto è cambiato appena gli americani sono rimasti accecati dalla zona, dagli specchi di Yannakis, lunico greco che non urla quando parla, straordinario quando giocava, stupendo oggi come allenatore che ha il diritto di chiedere il mondo e un trono al Partenone.
La Grecia ha sistemato il papa-re, questo Krzyzewski che pensava di essere ancora nella tana di Duke dove tutto gli è dovuto. Uninsalata mista di allenatori, giocatori che nel momento della difficoltà hanno scoperto di non essere squadra. Carmelo Anthony (27 p.) ci ha provato ancora a mascherare tutto, ma contro i greci ha scoperto che Wade (19) e Lebron James (17) non bastavano, ci voleva altro, intanto un tiro migliore da 3 punti (32%), poi il cuore e il cervello che ci stavano mettendo gli altri. Papaloukas, 12 assist, 5 rimbalzi, 4 su 7 al tiro, ha scherzato con chi tentava di marcarlo; Spanoulis, classe 1982, 22 punti, 6 su 10 al tiro, ha mandato in corto Wade e tutti gli altri che braccavano lui e il suo compagno al Panathinaikos Diamantidis, un vero gioiello e quando gli Stati Uniti hanno aperto la porta di casa ecco che il loro canestro è diventato un nido per le uova di Sofoklis Schortsianitis, baby Shaq, passione di Cantù, meno alto di ONeal il sultano, ma con i suoi 150 chili grosso abbastanza per calpestare gli impreparati avversari (6 su 7). Grecia a più 14, poi saggia abbastanza per affidarsi alla bravura di Kakiouzis (15, 4 su 9), lo Scaramouche della linea di fondo, per resistere al furore dellavversaria e vincere, arrivando alla prima medaglia di un mondiale: oro o argento lo sapremo domani a mezzogiorno.
La Spagna che purtroppo ha finito con Pau Gasol zoppicante, distorsione alla caviglia sinistra (difficile che domani ci sia), è andata sotto di 11 allavvio, ha sofferto, ma nel secondo quarto ha scoperto che lArgentina era ubriaca di fatica. Ginobili bellissimo, però 6 su 21 al tiro, Nocioni leonino in una giornata dove, a parte Sanchez (5 su 7), gli altri erano inguardabili: 32% al tiro da 2 e 39% da 3.
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