Un gruppo di papà separati voleva rapire il piccolo Blair

Il figlio minore del premier, Leo, avrebbe dovuto essere sequestrato per poco tempo a scopo di protesta

Erica Orsini

da Londra

Per farsi prendere sul serio da mister Blair sarebbero stati pronti a rapirgli il figlio più piccolo, Leo. Secondo quanto rivelato ieri dal tabloid inglese The Sun, Scotland Yard avrebbe sventato un tentativo di sequestro dell'ultimogenito di casa Blair, Leo, di appena cinque anni, pianificato dal gruppo «Fathers 4 Justice», un’associazione di padri divorziati. Per motivi di sicurezza sulle modalità del piano non è stato diffuso alcun dettaglio. Si sa soltanto che il bambino avrebbe dovuto essere sottratto alla famiglia proprio poco prima di Natale. I rapitori non gli avrebbero torto un capello, si sarebbero limitati a tenerlo in ostaggio per qualche tempo, quel tanto da ottenere un po' di pubblicità per l'associazione.
La notizia ha scosso notevolmente l'opinione pubblica e a poco sono serviti i tentativi di polizia e governo di sminuire l'accaduto. Neppure una parola da parte di Downing Street, mentre a Scotland Yard si sono limitati a confermare che effettivamente il gruppo era stato messo sotto controllo già da alcuni anni e che esisteva la consapevolezza della volontà di alcuni di compiere un gesto eclatante come il rapimento del figlioletto di Blair. Nessun arresto per ora, soltanto il rafforzamento del sistema di protezione per Blair e per la sua famiglia.
Subito dopo la diffusione della notizia «Fathers 4 Justice» ha comunicato di aver sospeso ogni attività. Il suo fondatore, Matt O'Connor, ha dichiarato di non aver nulla a che fare con la vicenda e di essere rimasto profondamente scioccato dalle informazioni ricevute sul caso. «Noi ci impegniamo per riunire i padri ai figli, non certo per dividerli - ha detto sinceramente colpito ai giornalisti - mi sento responsabile per ciò che è accaduto. Mi sto chiedendo a questo punto se non ho inconsapevolmente creato un mostro». O'Connor ha aggiunto di non aver mai avuto il sospetto che qualcuno stesse portando avanti un piano così folle. «Ad ogni modo - ha concluso il fondatore di “Fathers 4 Justice” - se questo è quello che la mia organizzazione è diventata, io non voglio più averci nulla a che fare».
Non è difficile comprendere l'amarezza di O'Connor. Il suoi sono molto noti in Gran Bretagna, ma non certo per le loro azioni sanguinose. Finora «Fathers 4 Justice» è stato soltanto un gruppo di papà separati che chiedono di vedere più spesso i loro figli e per farlo si travestono da super eroi scalando le mura degli edifici più inaccessibili. Come David Chick, che nel 2004 si issò sulla ruota panoramica vestito da Spiderman. O Jason Hatch, il papà-Batman che rimase appeso ad una parete di Buckingham Palace per ore. Insomma gesti plateali, azioni clamorose, ma senza vittime. Atti che creavano disordine, ma non troppa preoccupazione e raggiungevano sempre l'obiettivo, ovvero attirare l'attenzione della gente e dei media sulla situazione di alcuni padri divorziati che volevano mantenere un rapporto costante con i propri figli pur non vivendo nella stessa casa. L'azione più clamorosa portata a segno dal gruppo aveva avuto come obiettivo proprio Blair che nel 2003 era stato raggiunto da una «bomba» di polvere colorata e innocua mentre arringava il Parlamento. Ma gli uomini che avevano progettato di rapire il piccolo Leo non sono certo dei supereroi improvvisati, bensì una frangia di fanatici estremisti.

Un nuovo esercito di padri la cui pericolosità era già stata scoperta nel novembre scorso dall'emittente televisiva ITV che su di loro aveva trasmesso un documentario che mostrava come le loro tattiche stessero diventando aggressive.

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