da Milano
Sapere che una pattuglia di fondi sovrani è arrivata alla porta di Telecom Italia convince Piazza Affari a scommettere sul riassetto del gruppo. Al momento si tratta solo di manifestazioni di interesse, nessuna offerta concreta ma, allindomani del cda Telecom gli operatori hanno fatto partire gli ordini. Il titolo ha così chiuso in rialzo di oltre il 2% (più 2,09% a 1,125 euro) tra scambi prossimi all1% del capitale, a dispetto dello spettro dei mutui subprime che continua a deprimere tutte le borse internazionali.
I fondi sovrani a bussare allamministratore delegato Franco Bernabè sarebbero tre o quattro. A partire dalla Libia con il Lybian Investment Authority, oltre Kuwait e Qatar. Cui si sarebbe aggiunto un investitore russo: un anno e mezzo fa si era fatta avanti Afk Sistema controllata dal miliardario Vladimir Yevtushenkov (per Forbes lundicesimo uomo più ricco del pianeta). Le bocche restano cucite ma senza dubbio avere più di un pretendente «potenziale» potrebbe aiutare Bernabè nella trattativa soprattutto sul prezzo. Una variabile fondamentale per i soci della holding Telco che hanno le azioni in carico a oltre 2 euro e rischiano quindi una forte minusvalenza.
Il prossimo appuntamento in scaletta è il cda del 7 novembre sulla trimestrale, ma in queste settimane il riassetto potrebbe subire unaccelerazione e tradursi nella convocazione di un board ad hoc già entro ottobre. Non appena dovesse arrivare unofferta, Bernabè sarebbe infatti tenuto a sottoporla ai consiglieri.
Nel frattempo Telecom continua a lavorare sul piano industriale 2009-2011 da varare il 2 dicembre. Secondo gli analisti se arrivasse un nuovo socio pronto a mettere sul piatto 2-3 miliardi, Telecom avrebbe la cifra sufficiente per ridurre, come promesso da Bernabè, il rapporto debito netto-margine da 2,9 a 2,8 alla fine di questanno e da 2,6 a 2,5 nel 2010.
Il risanamento dei conti resterà, è facilmente prevedibile, anche il fulcro del piano che verrà presentato prima di Natale.
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