Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri, quanti ex di Guantanamo saranno ospitati in Italia?
«Premessa. Guantanamo è stata un episodio di grande ingiustizia se è vero, come lo è, che solo per 60 prigionieri su 245 sono state trovate le prove per giudicarli. Credo quindi che dobbiamo applaudire una nazione capace di denunciare e correggere gli errori commessi come è stata Guantanamo».
Ok, l’America è un grande Paese ma resta il problema: che fare degli ex prigionieri le cui imputazioni sono cadute?
«L’Europa non può tirarsi indietro. Bisogna essere alleati sempre. Occorre condividere orrori e errori».
Dunque, l’Unione europea deve accogliere gli ex di Guantanamo?
«Noi europei, noi italiani abbiamo accolto con gioia la nuova politica estera di Obama che è più multilaterale. Adesso, dobbiamo dare una risposta responsabile. C’è poi un dettaglio non da poco: se le persone che dobbiamo ospitare sono risultate estranee alle indagini ovvero sono libere, be’ fatico a capire il problema».
Intanto, solo Francia e Portogallo avrebbero offerto la propria disponibilità all’accoglienza...
«Ripeto: non può e non deve sfuggire la reciprocità, la condivisione della politica con l’alleato Usa. È, insomma, un problema che dobbiamo condividere con gli americani».
Ma sottosegretario Craxi su 521 prigionieri ben 60 lasciati liberi sono tornati attivi nel terrorismo islamico. Questo dato non la preoccupa?
«Hanno rilasciato quelli sbagliati. In quei casi le indagini non sono state compiute approfonditamente. C’è invece qualcosa che mi preoccupa e non poco: le Guantanamo italiane».
Scusi, le Guantanamo italiane?
«Sì, anche in Italia abbiamo delle vere e proprie carceri da vergogna. Un esempio? L’Ucciardone di Palermo che è una prigione indegna di un Paese civile.
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