Stefano Vladovich
Sicuro che non lavrebbero mai fermato, faceva la spola fra i fornitori di cocaina e la propria abitazione. Qui avrebbe tagliato e suddiviso la droga in dosi da vendere al dettaglio. Ma per Franz D.A., guarda giurata di 33 anni, laltra sera sono scattate le manette. Luomo, alla guida della sua auto, una Fiat Punto, era a pochi metri da casa quando incrocia una pattuglia dei carabinieri della stazione di Ladispoli. I militari della compagnia di Civitavecchia da tempo hanno avviato una vera e propria caccia agli spacciatori e alla rete di narcotrafficanti che fornisce il litorale nord. A cominciare dagli insospettabili, persone in genere incensurate che si muovono bene sul territorio sfruttando la loro posizione. Nonostante la divisa e larma dordinanza al fianco, quando Franz si accorge della «gazzella» dei carabinieri sbianca. Quando incrocia lo sguardo dei militari, suda freddo e allalt per poco non gli prende un accidente. «Colleghi, tutto bene?» abbozza ai carabinieri mentre questi si avvicinano, paletta e pistole alla mano, allo sportello della sua macchina. Cè tensione, tanto che la pattuglia chiede aiuto via radio. Il controllo dei documenti non basta, bisogna setacciare da cima a fondo il mezzo, magari con laiuto dei cani. Non ci vuole molto, invece, per scoprire, ben nascosto fra la giacca e il giubbotto antiproiettile, un sacchetto pieno zeppo di polvere bianca. Ottantatré grammi di coca della migliore qualità secondo gli esami di laboratorio, magari destinata a fruttare due volte tanto una volta divisa in singole dosi. Inutile ogni giustificazione: luomo è accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con laggravante della sua professione.
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