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Al “Guardian” i redattori vivono in Internet

C’era una volta un quotidiano inglese un po’ snob, ma informato e liberale, con la prestigiosa redazione di Farringdon,. E c’è ancora, ma online: e ha conquistato anche i lettori Usa

Al “Guardian” i redattori vivono in Internet

Londra - Quando il “Guardian” è sbarcato in Rete, correva il 1999. Era relativamente presto, ma riuscì a coprire – meglio degli altri – la catastrofe dell’11 settembre 2001. Acquisendo pure lettori americani, in cerca dell’alternativa liberale ai media Usa. Mentre perdura la crisi dei media, ai piani alti del quotidiano si pensa all’espansione.

Dopo il trasloco dalla costosa redazione di Farringdon in un centro culturale ipermoderno nei pressi di King’s Cross, fornito di gallerie e sala-concerti, una redazione integrata (giornalisti del “Guardian” e dell’”Observer”) adesso elabora notizie come in un call-center. A completare il quadro del rinnovamento, l’acquisto, nell’estate del 2007, di nuove sedie e sofà color crema. La stessa collezione chic in dotazione all’ultimo “Grande Fratello” inglese.

Fare di più e meglio in digitale si può: nei vecchi edifici di Farringdon lavoravano 800 giornalisti, dei quali solamente 100 erano pronti al cambiamento online. “C’è un numero limitato di storie e la forza del testo,ora, viene dalle immagini, dai video, dalla grafica”, dice Rusbridger. “I nostri utenti? Li abbiamo conquistati con i contenuti e con le nostre communities. E se arrivano 300 commenti su un articolo, per noi rappresentano un’integrazione al testo”.

Il futuro, qui ed ora.

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