«Amatissimo Santo Padre, io suor Maria della Pace Celedón, Abbadessa del monastero Buon Gesù Suore Sacramentarie di Gubbio, desidero tanto, insieme alle Sorelle, aprirle il cuor affinché questo monastero, affidato a noi cappuccine messicane, conservi l’amore all’adorazione perpetua secondo il nostro carisma fondazionale. Sta attraversando un periodo molto difficile per questioni interne ed è per questo che sentiamo di appellarci alla Sua Autorità Suprema...».
«SANTO PADRE, CI RICEVA
SERVE UN’UDIENZA PRIVATA..»
Il 22 novembre del 2007 la situazione nel monastero di Gubbio, devastato da faide interne, accuse di ruberie e molestie, si fa incandescente. Alla Badessa, Madre Maria della Pace, che in un primo tempo s’era schierata con le suore «ribelli», non resta altro che chiedere l’intervento del Papa anche perché dopo l’ispezione mandata dal Vaticano «è stata toccata sensibilmente l’autonomia interna del monastero stesso a vari livelli». Quali? «La disciplina, l’orario, la formazione, il nostro carisma fondazionale». Un convento di clausura commissariato a tutti gli effetti, vista l’imposizione della supervisione sulle clarisse del vescovo di Gubbio. Si rischia lo scandalo. Per questo, rivolta al Santo Padre, la badessa implora: «La preghiamo umilmente di esimere il monastero dal governo del vescovo diocesano e sottoporlo soltanto a Sé o all’ordine dei Frati Minori Cappuccini. La pregherei, Santo Padre Amatissimo, se lo crede opportuno, di concedermi udienza privata insieme alle nostre due novizie», quelle per intendersi poi cacciate dal convento.
Altro carteggio finito agli atti dell’inchiesta di Perugia, quello fra il cardinale Francesco Rodè, prefetto della «Congregazione per gli istituti della vita consacrata e le società di vita apostolica» e l’avvocato Carlo Taormina che difende le tre suore costrette a denunciare molestie, aggressioni fisiche e il maxifurto dei gioielli di proprietà di una di loro. Il 9 luglio 2009 il cardinale risponde in modo fermo e risoluto all’avvocato che aveva chiesto di «concordare una linea di condotta comune per addivenire a una soluzione utile per entrambe le parti».
L’IRA DEL CARDINALE: «NESSUN
FURTO DENTRO IL CONVENTO!» Tanto per cominciare, spiega Rodè, le tre suore si sono inventate tutto perché hanno raccontato cose che non corrispondono alla verità. Anzi, «hanno lasciato di propria iniziativa il monastero, per cui ora, benché non abbiano ancora restituito l’abito monastico e benché a quanto risulta continuano abusivamente a portarlo millantando la loro appartenenza all’ordine delle Clarisse Cappuccine, in realtà dal punto di vista canonico, risultano “fedeli laiche”, senza alcun vincolo di sorta con istituti religiosi». Detto ciò, il cardinale va al cuore del problema: i gioielli per un milione di euro scomparsi dalle celle delle novizie.
«LA REFURTIVA NON È
IN QUESTO DICASTERO»
«Quanto ai preziosi - attacca il cardinale - che una delle Signore afferma esserle stati sottratti, si tratta di una singolare accusa ripetuta e mai provata (affermando, addirittura - incredibile dictu - che la refurtiva si troverebbe nella sede di questo Dicastero). Abbiamo sentito il dovere di raccogliere tutte le informazioni possibili e farne un vaglio accurato e critico anche attraverso la ricostruzione degli eventi. A tal fine è stata chiesta la testimonianza di tutte le religiose della comunità di Gubbio. Ad ogni singola monaca sono state poste le domande: «Hai mai visto in monastero dei gioielli appartenenti alle ex novizie? Era presente quando le due ex novizie preparavano le scatole (con i gioielli, ndr) prima di lasciare il monastero? Tutte hanno risposto negativamente».
LE SUORE DI CLAUSURA
PRESE A VERBALE «La stessa Madre Superiora ha confermato al Commissario Pontificio di non aver mai visto gioielli né di aver mai visto una lista dei medesimi. Si tratterebbe dunque di un furto misterioso di oggetti misteriosi ad opera di una persona misteriosa con una totale assenza di indizi». E se proprio vogliamo dirla tutta, sembra aggiungere il cardinale, parliamo del «convento dei frati minori cappuccini in via Veneto a Roma» dove si sono rifugiate le tre denuncianti del monastero di Gubbio. «Qui sono state accolte caritatevolmente solo per qualche giorno, e le monache non vivono nei conventi dei frati, ritenendo, a seguito del consueto menzognero modo di presentarsi delle due ex novizie, che si trattasse di tre vere Monache».
L’INVENTARIO DEI GIOIELLI:
85 PEZZI, UN MILIONE DI EURO Se il cardinale riferisce che tutte le suore «interrogate» del convento di Gubbio hanno negato d’aver mai visto un solo gioiello, agli atti dell’inchiesta spunta invece l’inventario dei preziosi «ricevuti in dono dalla madre e dalla nonna di suor Milagrosa Maria Arango Munoz», preziosi poi misteriosamente scomparsi. In allegato all’elenco consegnato al Pm vi è un documento, scritto in spagnolo, che attesta la consegna del «tesoro» alla madre badessa: «Yo, sr Chiara di Gesù Nevarez (...) he recibo hoj dia 15.03.08 de la novizia Sr Milagrosa de Maria, unas Joyas para guardar commino que en regalo de su Mamà y de su Abuelita...». Nella lista dei gioielli figurano la bellezza di «tre crocifissi con catena d’oro, un Cristo in oro che poggia su una croce di rubini, un Cristo in oro che poggia su una croce di smeraldi, un Cristo in oro sopra una croce di rubini e smeraldi, cinque medaglie raffiguranti la Vergine Maria tempestate di preziosi (acque marine, brillanti, smeraldi, rubini) con catene d’oro, cinque scapolari d’oro, guarniti di pietre preziose, tre grosse catene d’oro, dodici collane d’oro corte, quattro con brillanti, due con smeraldi, una di rubini, una con diamanti, dodici braccialetti che fanno da pendant alle collane, ventuno anelli con pietre preziose, tre orologi, sette braccialetti d’oro...».
LA DIFESA DEI CAPPUCCINI
E LE ACCUSE DEI FEDELI
Se padre Francisco Iglesias, a nome dei cappuccini, ripetutamente chiede alle gerarchie ecclesiastiche di dare udienza alle tre sventurate che hanno tutto il suo appoggio e che chiedono solo di andare in un altro convento («dai dati di quest’affaire - scrive - risulta evidente l’implicazione diretta e personale della M.
Gubbio, il giallo del monastero: i documenti segreti del Vaticano
La vicenda delle tre sorelle allontanate dal convento delle Sacramentarie, al centro dei carteggi tra la badessa, il cardinale e il commissario pontificio
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