Diciamolo subito: una radio in cui Flavia Cercato non è la più bella della radio, è roba da concorso di bellezza. Perché Flavia, come sa chi l’ha vista a Porta a porta o (sic!) a Cronache marziane è una che meriterebbe la webcam fissa, qualsiasi cosa dica. Persino per vedere come si veste, come si pettina, come si muove. È ironica ed autoironica, ma anche se non lo fosse, con quella bocca può dire ciò che vuole. Con la Gialappa’s ha dato il meglio di sé, ma anche a Playradio riesce a farsi onore radiofonico. Gioca in coppia con la Giada e spiega così il suo approdo all’emittente targata Rcs: «Ci conosciamo piuttosto bene, il mio fidanzato è da sempre amico del suo. Il fidanzato passa (il mio, il suo è sempre là) e la Giada resta. Arriva la proposta di Playradio e le chiedo di fare il programma con me. Dice di sì. Eccoci qua». Perfetta ricostruzione che ci informa anche su un particolare decisivo: Flavia Cercato è libera e alla caccia di un fidanzato. Un motivo in più per ascoltarla, non si sa mai.
Eppure, nonostante tutte queste premesse, Flavia non è miss Playradio. La più bella della radio è Barbara Gubellini, un gioiellino vivente, una che non ha bisogno di calendari per essere bella. Barbara, per la cronaca è la signorina che chiede insieme ad Umberto Pelizzari SaiXché? su Retequattro. Domanda che, a furia di essere ripetuta, ha dato il là ai Fantastici Quattro (Francesco Bozzi, Riccardo Cassini, Alberto Di Risio e Federico Taddia), gli autori di Fiorello, per la rubrica più esilarante di Viva Radiodue. Tanto che Barbara, in una delle ultime puntate, era ospite in studio da Fiore.
Eppure, nonostante tutte queste premesse, Flavia non è una bambolina da radio. Anzi, nella sua rubrica di un’ora alla settimana sulle frequenze di Playradio, affronta argomenti belli e spesso impossibili da ascoltare in modulazione di frequenza: ambiente e scienza. Roba rara, soprattutto in un panorama di palinsesti che non è propriamente il riassunto delle lezioni settimanali della Normale di Pisa.
Intendiamoci, non è che la Gubellini sia Carlo Rubbia, Renato Dulbecco o Rita Levi Montalcini. Anzi, fortunatamente, non è nessuno di questi.
Sintetizzando all’osso: quella della Gubellini è una bella pagina di radio. In ogni senso. Qualcosa che si sogna di ascoltare al naturale. In ogni senso, certo.
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