Albisola SuperioreLa brioche è trasversale. Destra e sinistra non centrano, quando si tratta di tradurre il concetto di movida come occasione di divertimento o disturbo della quiete pubblica. Meglio non porre questioni di fiducia sul passeggio notturno nel centro storico di Albisola o suolla scelta del panettiere di fiducia per la colazione allalba. A pochi mesi dalla riconquista di una cittadina «strategica» come Albisola Superiore, il centrodestra scopre la libertà di coscienza sulla disco-dance.
Tutto per «colpa» dellordinanza del neo sindaco, del paladino del miracolo azzurro, del senatore Franco Orsi. Che vietando laccesso anche pedonale al centro storico di Albisola Capo tra le 3.15 e le 6 di ogni notte, a chiunque non sia residente in zona, ha ottenuto subito qualche applauso in più a sinistra e qualche dissenso in più a destra. Chi ha casa nella «zona rossa» e può riposare in pace senza dover sopportare il chiacchiericcio dei «reduci» dalla discoteca e dei più mattinieri alla ricerca di un posto dove comprare cornetti appena sfornati, è decisamente favorevole allordinanza. Che però trova oppositori anche nello schieramento dei fedelissimi del sindaco.
È una questione di ideologia anagrafica, fondamentalmente. Tutti i dubbi di chi non gradisce lordinanza anti-movida li raccoglie e li esterna pubblicamente al proprio sindaco Diego Gambaretto. Che non è un «semplice» consigliere di maggioranza, ma anche il più votato di tutta Albisola e il coordinatore del Pdl. Gambaretto, da quando è scattata lordinanza anti passeggio, si è preso la briga di verificare sul campo gli effetti del provvedimento, di ascoltare tantissimi giovani e non. «Ora mi sento di esprimere i miei legittimi dubbi sullordinanza - spiega il coordinatore azzurro -. Inizialmente non ero contrario a prescindere a quella che è stata presentata come sperimentazione. Nella nostra città, grazie alla collaborazione tra la discoteca Golden Beach e la vecchia giunta, si è risolto il problema del disturbo legato alla musica ma persiste la complicazione degli schiamazzi provocati dai giovani che escono dalla discoteca ed è fondamentale tutelare il diritto legittimo al riposo, ma non esiste un problema sicurezza».
Chiudere il centro storico, secondo il consigliere è un «danno per il turismo giovanile e per limmagine che si dà di Albisola, che rischia di diventare una città più morta di quello che è». Limpegno di forze dellordine per far rispettare lordinanza è ingente. Quaranta uomini a presidiare gli undici ingressi al centro storico, quaranta effettivi che, fa presente Gambaretto, «potrebbero essere utilizzati in maniera più razionale per evitare schiamazzi. Se anche solo dieci uomini delle forze dellordine fossero presenti nelle ore incriminate, se si mettessero nei punti chiave telecamere, se si inasprissero le multe e se si allargassero le casistiche di disturbo alla quiete pubblica, si risolverebbe il problema, senza sollevare in buona parte della popolazione malumori».
Le proposte alternative del consigliere Pdl non si fermano qui. Limportante è trovare il modo per risolvere il problema senza la durezza dellordinanza del sindaco. «Sarebbe utile prorogare la chiusura alle 7 del Golden, mettendo una musica soft non da ballare a partire dalle 4 - suggerisce il consigliere -, facendo sì che la gente che ha alzato il gomito, abbia il tempo per tranquillizzarsi e fare colazione, tenuto conto che da parte del locale da ballo cè massimo spirito di collaborazione. Resta comunque necessario un tavolo di confronto, che fino adesso è mancato, tra discoteca, giovani, residenti delle zone interessate ai disturbi notturni, forze dellordine e membri del consiglio comunale». Gambaretto ipotizza anche che da parte dei gestori del locale ci sia la disponibilità a versare nelle casse comunali un contributo per il servizio notturno di polizia municipale.
Limportante è non dire no al divertimento dei giovani: «Come maggioranza dobbiamo lavorare per incrementare il turismo giovanile e far sì che i frequentatori della movida abbiano più servizi, se non vogliamo che i giovani si spostino in altre città che offrono accoglienza migliore, cosa che dobbiamo scongiurare».
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