Terzigno (Napoli)Dopo la folle notte di Terzigno, si fa la conta dei danni. Un vicequestore ferito, Sergio Di Mauro, colpito da un sanpietrino in pieno volto mentre stava mediando con i rappresentanti dei circa duemila manifestanti scesi in strada per bloccare una colonna di camion in procinto di sversare alcune tonnellate di rifiuti nella discarica. Obiettivo della protesta: l'apertura di un nuovo sito, contro la quale si sono mobilitati i comitati antidiscarica di Terzigno e di altri comuni della cinta vesuviana. Il vicequestore si è trovato a dover fronteggiare con una trentina di agenti i duemila dimostranti mentre un'altra ventina di poliziotti era stata posta a guardia della discarica, all'interno della quale i comitati volevano entrare per bloccarne le attività. Nel corso degli scontri sono stati feriti altri due poliziotti mentre due compattatori sono stati dati alle fiamme dai dimostranti. Per l'assalto alla polizia non ci sono stati nè arresti, nè denunce. La Digos sta svolgendo indagini per arrivare alla identificazione degli autori dell'assalto alla polizia. C’è il sospetto che ci sia la camorra ma, secondo chi indaga, ci potrebbero essere anche i gruppi antagonisti. E poi ci sono i cittadini, che non vogliono la discarica. E i lavoratori che temono di diventare disoccupati. C’è tutto questo dietro i raid e le violenze che accompagnano e rendono nettamente più pesante l’emergenza rifiuti a Napoli. E, soprattutto, c’è qualcuno, più di uno, che ha tutto l’interesse a soffiare sulla protesta. E che ha interesse a creare tensione, tanta.
Mentre a Terzigno si è combattuta una guerriglia tra polizia e dimostranti che non vogliono l'apertura di una seconda discarica, a Napoli si vive una situazione non nuova: i camion incaricati della raccolta dei rifiuti, viaggiano da due giorni sotto la scorta dei vigili urbani e della polizia. La decisione è stata presa all'indomani del boicottaggio, opera di ignoti, che ha messo fuori uso circa 50 autocompattatori. Da due notti i camion per la raccolta dei rifiuti escono sotto scorta: hanno tolto dalle strade del Centro e del Vomero il grosso della spazzatura accumulatasi davanti alle scuole e agli edifici pubblici, alle chiese e agli ospedali.
miccia che ha scatenato l'emergenza rifiuti a Napoli è stata accesa dai dipendenti di una cooperativa sociale, la Davideco, 400 assunti. Tre giorni fa 68 autisti di questa coop si sono dati malati. Poche ore dopo un raid in un deposito ha messo fuori uso una cinquantina di camion. Risultato: compattatori fermi nei depositi e immondizia nelle strade. Ma, sulla Davideco c'è una indagine aperta da tempo dalla Digos: questa coop avrebbe ottenuto una convenzione dalla Enerambiente, a sua volta ditta subappaltatrice dell'Asia, l'azienda incaricata della raccolta dei rifiuti a Napoli. La convenzione concessa alla Davideco dalla Enerambiente sarebbe illegale e la Procura vuole vederci chiaro. C'è il sospetto che Enerambiente abbia fatto lavorare la coop dietro pressioni politiche e che le 400 assunzioni siano serviti solo per soddisfare gli appetiti clientelari di qualcuno. I problemi sono nati, quando, Enerambiente ha risolto con due mesi di anticipo il contratto con Davideco. Da qui la protesta selvaggia, l’epidemia di «malattie» più o meno sospette e l’assalto ai camion su cui sta indagando la Digos.
Ieri è stato anche il giorno in cui il responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso ha duramente attaccato il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro (Pdl). «C'è qualcuno a Napoli che mettendo in pratica una serie di situazioni sospette tendenti a destabilizzare una realtà che funziona». Poi, l'attacco a Cesaro che si era detto contrario alla apertura di una seconda discarica a Terzigno: «Se davvero non vuole farlo, è contro la legge».
Il capo della Protezione civile ha poi ricordato che «la gestione del ciclo dei rifiuti spetta alle autorità locali dal gennaio 2010 a parte una struttura a stralcio, diretta dal generale Morelli, che assiste le autorità locali, ma se le autorità stesse se ne fregano, è ovvio che non si può imputare al generale Morelli o ad altri che hanno operato in passato alcuna responsabilità sull'inerzia di quanto sta accadendo». Bertolaso ha poi avvertito: «Stiano tranquilli: tutti noi non faremo sconti a nessuno e tutto quello che non funziona lo denunceremo in modo molto chiaro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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