Manila Alfano
Sono rimasti in una soffitta polverosa per quasi 70 anni fin dal 1919, abbandonati in fretta da due profughi francesi al rientro in patria. Dimenticati in una scatola metallica chiusa ermeticamente fino al 1980, quando la padrona di casa si decise, quasi per caso, a far aprire quello scatolone ben sigillato. Sono sbucati acquarelli e schizzi, ventuno in tutto. Ogni disegno lo stesso tema: malinconici paesaggi rurali al confine tra il Belgio e la Francia, boschi, case, chiese, edifici pubblici, scene fiamminghe intorno a Le Quesnoy, la stessa zona di provenienza della donna. Tele dipinte con stile incerto, un talento che fatica ad emergere. «Vecchie cose da soffitta», avrà pensato l'anziana signora. Poi, in basso a sinistra la firma per esteso: «Adolf Hitler». Il cuore che batte più forte. Un pezzo di storia era rimasta chiusa all'ultimo piano di casa sua.
Ieri, all'hotel Restormel Lodge di Lostwithiel, in Cornovaglia, l'intera collezione è stata messa in vendita dalla casa d'aste «Jeffreys». L'asta, anche se brevemente interrotta da due mitomani che hanno gridato: «Offriamo sei milioni di sterline perché quel dipinto in realtà è un Mussolini», ha fruttato molto bene, 118mila sterline, pari circa a 180mila euro. Secondo gli esperti i dipinti sono degli originali, in quanto molto simili ad altre opere già attribuite al dittatore tedesco. I 21 acquarelli hanno attirato collezionisti e appassionati da tutto il mondo. «Hanno chiamato ogni giorno per avere informazioni» - ha detto Ian Morris, battitore di «Jeffreys» -. È molto raro avere tutti questi acquarelli di Hitler all'asta».
L'iniziativa ha suscitato polemiche e molte domande. In tanti si chiedono se sia giusto mettere all'asta i lavori di un dittatore sanguinario, luomo che ha pensato e realizzato lOlocausto. Per Morris è normale amministrazione: «C'è una minoranza di persone che non è d'accordo, ma c'è sempre qualcuno che si lamenta di quello che si mette in vendita. In ogni caso i quadri sono stati dipinti molto prima che diventasse dittatore». Gli acquerelli sono stati dipinti da Hitler tra il 1916 e il '17, quando cioè prestava servizio come caporale dell'esercito tedesco nella Grande Guerra, al confine tra Francia e Belgio.
Nel 1986 poi c'è stata una conferma ufficiale da parte di un consulente artistico della casa d'asta, anche se avrebbe commentato dicendo: «Questi dipinti sono di qualità inferiore a quella di altri lavori precedenti del Führer». Morris, comunque, spera di poter piazzare almeno un paio di acquarelli ad un prezzo superiore a 5mila sterline sebbene ammetta: «Hitler era un appassionato, ma certo non un professionista».
La passione per l'arte Adolf l'aveva coltivata fin da adolescente. Voleva diventare un pittore, sfondare, essere riconosciuto da tutti come un artista importante, ma i giudizi sul suo talento erano spesso deludenti e frustranti. Bocciato all'Accademia di Belle Arti a Vienna in disegno con una insufficienza netta, definito dai più «imbianchino» o eufemisticamente «pittore edile», nessuno avrebbe scommesso che le sue opere sarebbero state un giorno battute all'asta. Sono tremila i disegni e i dipinti sparsi nel mondo. Molte opere sono state da lui stesso regalate, altre appartengono oggi alla famiglia Muellern-Schoenhausen, di Vienna. Circa 100 disegni, regalati alla propria padrona di casa Anni Winter, furono sequestrati e si volatizzarono: solo qualcuno venne poi consegnato agli archivi di stato di Monaco di Baviera dove si trovano ancora oggi. Cento dipinti messi in salvo dalla segretaria di Hitler ricomparvero negli Stati Uniti.
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