Guerra di famiglia tra figlia frustrata e mamma egoista

Grande prova di virtuosismo di Rossella Falk e Maddalena Crippa in «Sinfonia d’autunno», tratto dal film di Ingmar Bergman con Liv Ullman e Ingrid Bergman

Sembra strana la fortuna toccata in teatro ai copioni cinematografici di Ingmar Bergman. Appare impossibile che i capolavori del genio svedese che, sullo schermo, ci hanno commosso e incantato, conservino sul palco la loro dinamica emotiva senza tradire il tragico esistenzialismo che il maestro conferiva alle sue dolenti figure. Soprattutto alle sue donne magicamente sospese tra l’evocazione di un passato affidato al lampo intermittente della memoria e il concitato realismo del presente da cui tentano di fuggire. Ma se il primo amore di Bergman fu la scena cui fino all’ultimo si conservò fedele, s’impone la constatazione della natura anfibia delle sue ultime prove.
Tra cui figura, ai primi posti, Sinfonia d’autunno concepita come omaggio bifronte alla sua interprete prediletta Liv Ullman e a Ingrid Bergman, la più grande maschera del cinema scandinavo esule prima a Hollywood e poi nell’Italia di Rossellini. La storia di una donna, frustrata nelle ambizioni artistiche dalla prepotente personalità della madre, pianista di rango internazionale, che tanti anni prima l’abbandonò al suo destino tutt’uno all’altra figlia, nata menomata nell’anima come nel corpo, ancora oggi continua a suscitare emozione per la superba prova della due attrici e per la chiusa del soggetto. Che, dopo un drammatico raffronto tra l’egoismo dell’una e la suadente malinconia dell’altra, termina nell’interrogativo se sia possibile la convivenza tra gli opposti impulsi di genitori e figli.
Trasportata sulla scena con sensibilità e intelligenza da Maurizio Panici, la pièce rinuncia a certi colpi di scena come l’incontro tra la madre e la figlia subnormale per concentrarsi, con buona pace della figura maschile restituita con verità e pudore da Marco Balbi, sul duello tra le due contendenti. Che gareggiano in una gara di virtuosismo quasi impensabile nel teatro italiano. Con un accentuato contrasto tra la rigida determinazione luterana che Maddalena Crippa regala a un personaggio di stampo ibseniano e una Rossella Falk che, dopo esserci apparsa più radiosa che mai alla sua entrata in scena, indaga con pazienza su quel disturbo della personalità che, nello stesso soggetto, coincide con la creatività dell’artista.

In un mirabile concertato di toni sottesi, ire represse e inquietanti stupori che ci fanno sperare in altre grandi variazioni sul tema.

SINFONIA D’AUTUNNO - di Ingmar Bergman, regia di Maurizio Pacini con Rossella Falk e Maddalena Crippa. Pavia, Teatro Fraschini, da oggi a domenica

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