La Guerra nella Striscia di Gaza si è combattuta anche su Internet, attraverso i blog. Già diversi mesi fa, il presidente israeliano Shimon Peres aveva elogiato la rete e strumenti come Facebook per combattere l'antisemitismo online e davanti a una platea di giovani studenti li aveva esortati a farlo. Nei primi giorni dell'operazione «Piombo fuso» nella Striscia, il ministero dell'Immigrazione israeliano ha annunciato la volontà di creare «un esercito di blogger» per sostenere le ragioni di Israele nella sua lotta al terrorismo di Hamas. I candidati: giovani israeliani in grado di parlare ebraico ma anche capaci di comunicare in una seconda lingua, dall'inglese allo spagnolo, dal tedesco al francese all'arabo. Il quotidiano Haaretz ha scovato la prima volontaria: Sandrine Pitousi, 31 anni, di Kfar Maimon, una comunità a soli cinque chilometri dalla striscia di Gaza, quindi da anni sotto il costante lancio di razzi Kassam firmati Hamas e Jihad islamico (sì, perché ogni razzo Kassam porta solitamente il simbolo o i colori del gruppo armato che lo ha prima fabbricato e poi lanciato). «Ho saputo del programma alla radio e ho deciso di partecipare proprio perché vivo nel bel mezzo del conflitto», ha detto Sandrine. Racconta il giornale che la ragazza è stata obbligata a mettere giù la cornetta durante l'intervist a causa di uno «Tzeva Adom», letteralmente colore rosso, ovvero l'avvio delle sirene anti razzo Kassam. La giovane, immigrata nel 1993 dalla Francia, aveva detto di essere pronta a contribuire attraverso Internet anche in francese.
«Durante la guerra cercavamo contributi allo sforzo», ha spiegato Erez Halfon, direttore del ministero, che ha raccontato come in Israele esista una grandissima comunità bilingue, quasi un milione di persone, e che durante i giorni del conflitto sono stati richiesti perfino blogger capaci di parlare e scrivere in russo e portoghese. A trenta minuti dall'annuncio radio del programma, il ministero aveva già cinque volontari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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