La Cina ha lanciato un attacco informatico su vasta scala contro il Pentagono, superando le protezioni di alcune delle reti informatiche. L'infezione è stata considerata così seria da suggerire di bloccare parte della infrastruttura informatica utilizzata dal ministero della Difesa statunitense per oltre una settimana, incluse alcune porzioni del sistema dell'ufficio del segretario alla Difesa, Robert Gates.
Lo ha scritto il Financial Times, specificando che le operazioni offensive sono avvenute lo scorso giugno e sono state precedute da mesi di tentativi di "assaggio" e schermaglie con i guardiani informatici statunitensi.
Ieri il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha smentito con forza le indiscrezioni, sostenendo che accuse del genere, del tutto prive di fondamento, giungono, con linguaggio da guerra fredda, mentre si sta cercando di migliorare le relazioni militari tra Cina e Stati Uniti.
La sdegnata smentita peraltro non cambia la sostanza, dato che la struttura di sicurezza informatica del Pentagono è sicura di aver identificato gli autori e la provenienza degli attacchi. Ora si sta cercando di verificare quali e quanti documenti sono stati scaricati illegalmente dagli hacker cinesi. A quanto sembra non ci dovrebbe essere niente di delicato, i documenti violati sarebbero non classificati. Il Pentagono ha infatti innumerevoli reti informatiche e diverse procedure di sicurezza ne disciplinano l'accesso e ne tutelano il contenuto a seconda della segretezza.
Di sicuro gli enti che si occupano di sicurezza informatica, compresa la Nsa, National Security Agency, imporranno un giro di vite sulle procedure informatiche e di comunicazione del Pentagono e potenzieranno le difese.
Del resto quella in corso è una guerra silenziosa, combattuta senza esclusione di colpi e con profusione di mezzi da entrambe le parti. Il Pentagono e la comunità dintelligence statunitense considerano la guerra informatica come parte integrante delle proprie strategie. I militari hanno creato appositi reparti di cyberguerrieri che sono in azione sia in tempo di guerra sia in tempo di pace. Le operazioni di guerra informatica prevedono la violazione delle reti avversarie per ottenere informazioni, la manipolazione delle reti stesse, inserendo dati o informazioni fasulle ed eventualmente la distruzione delle infrastrutture informatiche, per via informatica... o cinetica.
Azioni di questo tipo sono state effettuate contro l'Irak di Saddam Hussein, ma anche contro organizzazioni terroristiche e contro tutti i potenziali avversari.
La Cina però non è da meno e sfrutta il gran numero di esperti e laureati in informatica a fini di spionaggio. Non a caso il cancelliere Angela Merkel si è pubblicamente lamentato delle intrusioni subite dalla Germania da parte di hacker cinesi. E naturalmente senza alcun esito. La guerra continua.
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