Roma - Angelo Maria Petroni ha presentato ricorso contro la decisione del ministero dell’Economia di revocarlo da amministratore della Rai. Il ricorso chiede una procedura di sospensiva di urgenza e in particolare punta a bloccare lo svolgimento dell’assemblea con all’ordine del giorno la revoca prevista per il 4 e 5 giugno. Gli atti impugnati dai legali di Petroni (lo studio Satta) sono "molteplici".
Nelle 37 pagine del ricorso presentato dai legali di Petroni si "impugna" in particolar modo la lettera del direttore generale del ministero dell’Economia, Vittorio Grilli, con cui si dà mandato al rappresentante del ministero in assemblea della Rai, di chiedere la revoca del consigliere. I legali di Petroni hanno anche predisposto un ricorso d’urgenza in base al codice procedura civile (ex art.700) che però al momento è «in stand by» in attesa degli esiti del pronunciamento del tribunale amministrativo. Il Tar dovrebbe pronunciarsi prima del 4 giugno, sul ricorso di Petroni, attraverso una procedura di massima «urgenza» adottata «in occasioni straordinarie» con un atto diretto del presidente della sezione del Tar competente, che potrebbe bloccare lo svolgimento dell’assemblea per evitare il realizzarsi di una situazione di danno nei confronti del ricorrente.
In Vigilanza il parere dei costituzionalisti Si riunirà domani l’ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza Rai per ascoltare il parere pro veritatè dei due costituzionalisti incaricati di esaminare la questione legata alla revoca della fiducia da parte del ministro Padoa-Schioppa al consigliere Petroni. I due professori, Alessandro Pace, ordinario di Costituzionale alla Sapienza di Roma, e Lorenza Violini, ordinario di Cosituzionale alla Statale di Milano, diranno la loro sulla possibilità che la commissione di Vigilanza Rai voti sulla questione o meno. I pareri non sono vincolanti, ma forniscono alla commissione ulteriori elementi di approfondimento sulla interpretazione della legge.
Butti: "La revoca viola la legge" La revoca decisa dal minsitro rappresenta una «violazione di norme di legge e di interessi legittimi»: è il senso di un’interrogazione che il capogruppo di An in Vigilanza Rai, Alessio Butti, ha presentato ai ministri della Giustizia Clemente Mastella e delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Nell’interrogazione Butti ricorda che la legge Gasparri «non consente la revoca di un consigliere di amministrazione, anche se designato direttamente dal ministro dell’Economia, fino a quando la cosiddetta ’parte pubblicà non avrà proceduto alla dismissione di una partecipazione pari o superiore al 10% del capitale della Rai»; che tale divieto di revoca «deve essere considerato uno strumento posto a garanzia dell’indipendenza e dell’imparzialità dei consiglieri stessi, la cui condotta, nello svolgimento del loro mandato, deve essere autonoma e svincolata dall’origine politica della loro nomina» e che «i consiglieri designati dal ministro dell’Economia, al pari degli altri membri del consiglio di amministrazione, agiscono senza vincoli di mandato». Per l’esponente di An, l’iniziativa del ministro Tommaso Padoa-Schioppa lede anche il «buon andamento e dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione», principi «sanciti dall’art. 97 della Costituzione».
«Il ministro - conclude Butti- ha dichiarato che la revoca del consigliere Petroni ’rappresenta l’unico strumento nelle sue mani per cercare di sbloccare il consiglio di amministrazione della Rai e far ripartire l’azienda e che, se avesse potuto, avrebbe revocato l’intero consigliò, dimenticandosi però di procedere alla revoca del presidente Petruccioli anch’esso di nomina del ministero dell’Economia, confermando la scelta discriminatoria nei confronti di Petroni e gravemente lesiva del buon andamento e dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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