Unire in una riflessione comune Israele e Palestina, oltre la pace e nonostante la guerra attraverso un obiettivo comune: i bambini. Questo lobiettivo di ERICE (Empowerment and Resiliance in Children Everywhere), un gruppo che nasce nel 2005 grazie alla collaborazione dellassociazione «Child» e delluniversità di Yale che si pone come obiettivo creare progetti comuni al fine di migliorare le condizioni dei bambini vittime del conflitto. Il gruppo si compone di esperti israeliani e palestinesi che lavorano nellambito della salute mentale infantile. Secondo il rapporto, elaborato al termine dei lavori (che si sono conclusi ieri a Palazzo Valentini) promossi dallassessorato alle Politiche sociali della Provincia, dal Telefono Azzurro e dalla stessa fondazione Child, il 20 per cento dei bambini israeliani e fino al 70 per cento di quelli palestinesi soffre di PTSD (Disturbo Post-Traumatico da Stress). Una patologia che dovuta allesperienza traumatica delle zone minacciate dal terrorismo, produce diversi disturbi come paure, depressione e difficoltà nelladattamento che possono portare allabuso di sostanze stupefacenti. Gli studiosi e gli psicologi hanno sottolineato sia la somiglianza nella sofferenza dei bambini che le differenze culturali di approccio al dolore. Per Ernesto Caffo - presidente di Telefono Azzurro e della fondazione Child - «i bambini vivono la sofferenza e la portano dentro, per questo motivo dobbiamo riuscire a prevenirla. Il nostro Paese può avere un ruolo importante». Tra gli obiettivi dellincontro, oltre a prendere in esame i casi clinici e discutere i progetti già attivi si è inoltre verificata lopportunità del loro finanziamento attraverso i fondi dellUnione Europea destinati al conflitto arabo-israeliano.
Allincontro hanno partecipato luniversità di Tel Aviv, luniversità di Al-Quds, il Ramallah Mental Health Center e altri istituti di riferimento per la salute mentale di bambini e adolescenti nel territorio palestinese e israeliano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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