Guerra in Ucraina

"Abbiamo finito le armi". L'annuncio del Regno Unito che gela Kiev

Secondo fonti militari di alto livello, Londra non ha più la possibilità di fornire all'Ucraina ciò di cui ha bisogno per continuare a combattere contro la Russia

"Abbiamo finito le armi". L'annuncio del Regno Unito che gela Kiev

Ascolta ora: ""Abbiamo finito le armi". L'annuncio del Regno Unito che gela Kiev"

"Abbiamo finito le armi". L'annuncio del Regno Unito che gela Kiev

00:00 / 00:00
100 %

Il fronte pro-Ucraina ha subito un altro colpo. Il Regno Unito, uno dei maggiori sostenitori di Kiev, ha esaurito l’equipaggiamento militare da donare al Paese invaso dalla Russia. L’informazione, condivisa da un alto ufficiale britannico e riportata dal Telegraph, è arrivata dopo le rivelazioni dell’ex segretario alla Difesa Ben Wallace, che ha dichiarato di aver chiesto al primo ministro Rishi Sunak di stanziare altri 2.8 miliardi di sterline per il sostegno all’Ucraina prima di dimettersi.

Fino ad ora, il Regno Unito ha inviato a Kiev 14 carri armati Challenger 2, sistemi missilistici a lancio multiplo M270, un drone da trasporto pesante, missili da crociera Storm Shadow, migliaia di mezzi corazzati e armi anticarro. “Abbiamo dato tutto quello che potevamo permetterci di concedere”, ha affermato la fonte del giornale britannico. “Continueremo a rifornirci di attrezzature per l'Ucraina, ma ora ha bisogno di equipaggiamento come mezzi di difesa aerea e munizioni per l'artiglieria e noi li abbiamo finito”.

In particolare, l’alto ufficiale ha ammesso che Londra non cederà altri carri armati: “Ne abbiamo bisogno per aggiornarli e farli diventare Challenger 3. Ogni carro armato che diamo via è un carro armato in meno che abbiamo”. Nonostante la situazione critica per gli arsenali britannici, il segretario alla Difesa Grant Shapps ha dichiarato che Vladimir Putin sarebbe uno “sciocco” a pensare che il supporto all’Ucraina stia venendo meno e anche il primo ministro Sunak ha voluto rassicurare sull’impegno del Regno Unito: “Vedrete che continueremo a fornire un aiuto sostanziale”.

La situazione per Kiev, però, sembra peggiorare di giorno in giorno. La Polonia non ha ritirato il divieto alla vendita di prodotti ucraini nel suo territorio e ha annunciato che non intende mandare altre armi. Il filorusso Robert Fico ha vinto le elezioni presidenziali in Slovacchia e già in campagna elettorale aveva detto che “non avrebbe inviato un altro proiettile in Ucraina”. Gli Stati Uniti hanno bloccato per 45 giorni le spedizioni di aiuti militari con l’approvazione di una legge di bilancio provvisoria che ha evitato per un soffio lo shut down del governo federale. Inoltre, secondo il portavoce della Casa Bianca John Kirby, senza un intervento del Congresso il supporto americano all'Ucraina potrebbero andare avanti solo per circa due mesi.

Il presidente Volodymyr Zelensky ha rinnovato i suoi appelli alla collaborazione, sottolineando che la vittoria del suo Paese sugli invasori russi “dipende esplicitamente” dall’unità di intenti delle nazioni occidentali. L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri Josep Borrell ha ricordato che “stiamo affrontando una minaccia esistenziale. Gli ucraini stanno combattendo con tutto il loro coraggio e le loro capacità e se vogliamo che abbiano successo dobbiamo dare loro armi migliori, in fretta”. La Russia, dal canto suo, ha intenzione di aumentare del 68% il budget per la difesa nel 2024.

Un segnale, questo, che il Paese si sta preparando ad una guerra lunga, nel tentativo di prendere l’Europa e gli Stati Uniti per “fame” e costringerli a ritirare definitivamente il loro supporto a Kiev.

Commenti