
La procura federale tedesca ha annunciato l’arresto di Serhii K., cittadino ucraino ritenuto uno dei presunti coordinatori dell’attacco ai gasdotti Nord Stream 1 e 2.
Il fermo è avvenuto nella notte del 21 agosto 2025 in provincia di Rimini, dove i Carabinieri di Misano Adriatico, insieme al Servizio di cooperazione internazionale di polizia, hanno dato esecuzione a un mandato europeo emesso tre giorni prima dal giudice istruttore della Corte federale di giustizia tedesca. L'uomo ha 49 anni ed era da alcuni giorni in vacanza in Italia con la famiglia i arresto europeo. Da quanto si apprende, l'uomo era sullo yacht noleggiato per il presunto sabotaggio.
Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe fatto parte del commando che nel settembre 2022 collocò cariche esplosive nei pressi dell’isola danese di Bornholm, causando il 26 settembre ingenti danni alle condotte. Per l’operazione sarebbe stata utilizzata una barca a vela salpata da Rostock e noleggiata con documenti falsificati tramite intermediari. L’indagato dovrà rispondere di concorso in esplosione, sabotaggio contro l’ordinamento costituzionale e distruzione di infrastrutture strategiche. Una volta estradato in Germania, sarà interrogato dal giudice istruttore federale.
Le esplosioni del 26 settembre 2022 colpirono i gasdotti, costruiti per trasportare gas naturale russo in Germania attraverso il Mar Baltico. L’attacco avvenne in un momento cruciale: l’Europa stava accelerando il distacco dalle forniture energetiche di Mosca, dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte del Cremlino. Il Nord Stream 1 era fino ad allora la principale via di approvvigionamento di gas dalla Russia verso la Germania, ma le forniture erano già state interrotte da Mosca alla fine di agosto 2022. Il Nord Stream 2, invece, non entrò mai in funzione: Berlino aveva sospeso il processo di certificazione poche settimane prima dell’inizio della guerra.
Fin dall’inizio, l’origine del sabotaggio è stata oggetto di accuse incrociate. La Russia ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, accusandoli di aver organizzato le esplosioni, ma Washington ha respinto categoricamente questa versione. Gli stessi gasdotti erano da anni al centro di critiche americane e di alcuni alleati europei, convinti che rappresentassero un rischio strategico poiché aumentavano la dipendenza dell’Europa dal gas russo.
Nel 2023, alcune inchieste giornalistiche tedesche hanno parlato di un possibile coinvolgimento di un gruppo filo-ucraino. Kiev ha negato ogni responsabilità, mentre le autorità tedesche hanno invitato alla cautela, evitando conclusioni affrettate.
Elementi emersi dall’indagine – come tracce di esplosivi rinvenute a bordo di una barca a vela noleggiata a Rostock con documenti falsi – hanno alimentato i sospetti su un’operazione condotta da un commando organizzato.